NOSTALGICI TENTATIVI DI RESTAURAZIONE E DI DICHIARAZIONI DI GUERRE TRA POVERI

NOSTALGICI TENTATIVI DI RESTAURAZIONE E DI DICHIARAZIONI DI GUERRE TRA POVERI

Si avvicina il rinnovo del CCNL dell’AREA Istruzione e Ricerca che dovrebbe allineare le retribuzioni dei Dirigenti scolastici a quelle dei colleghi amministrativi di pari fascia e iniziano a soffiare nostalgici venti di restaurazione da parte di mandanti che, invece di rimuovere anacronistici consolidati retaggi culturali, esumano fantasmi del passato già superati con il CCNL 2016/2018, nella speranza di scatenare guerre tra poveri.

Due sono i cavalli di battaglia:

  • il ripristino della comunità educante;
  • la lotta contro l’allineamento – ovvero la perequazione – delle retribuzioni dei dirigenti scolastici a quelle dei colleghi di pari fascia.

I tentativi di inserire nell’art. 51, penultimo rigo del CCNL, la dizione “componenti della comunità educante” al posto di “componenti dell’istituzione scolastica”, erano volti a riaffermare il ruolo del DS come primus inter pares, enfatizzandone la funzione di direttore didattico o preside a discapito di quella dirigenziale, presupposto per consolidare l’idea di una dirigenza scolastica di livello inferiore rispetto alle altre dirigenze di pari fascia dell’area istruzione e ricerca, tanto da giustificarne il mancato allineamento retributivo. Il tentativo di restaurazione, che avrebbe portato indietro le lancette di circa 20 anni, fallì miseramente la notte del 13/12/2018 grazie alla ferma posizione di DIRIGENTISCUOLA che non avrebbe firmato il CCNL.

In vista del rinnovo del CCNL i nostalgici ci riprovano. Da oltre un mese si rispolvera il concetto di comunità educante, nonostante nel CCNL sia stata sostituita da istituzione scolastica, e compaiono articoli martellanti di confronti retributivi tra dirigenti e docenti gridando quasi allo scandalo: “la retribuzione dei dirigenti è il doppio di quella dei docenti”, paragonando due figure con compiti, funzioni e responsabilità completamente differenti tra loro.

Piuttosto che cercare di minare l’armonia tra i componenti dell’istituzione scolastica, la denuncia deve sottolineare che docenti e dirigenti scolastici italiani sono malpagati e hanno diritto al giusto riconoscimento della propria professionalità, e deve essere corroborata con la pubblicazione di tabelle di comparazione ORIZZONTALI, non verticali,  confrontando, nel caso della dirigenza scolastica, le retribuzioni dei dirigenti scolastici con quelle dei colleghi amministrativi di pari fascia.

Il Governo si è impegnato a rendere giustizia, dopo 20 anni, promettendo un graduale allineamento iniziato con il riconoscimento della parte fissa della retribuzione di posizione con il vigente CCNL 2016/2018. Allineamento che si DEVE concludere con il prossimo CCNL 2018/2021 …che sarà firmato – altra anomalia del sistema italiano – dopo la sua scadenza.

Il gap da colmare lo si evince dalla sottostante tabella:

Voci retributive

Dirigenti amministrativi 2^ fascia Dirigenti scolastici

2^ fascia

Differenza  per i dirigenti scolastici

Tabellare annuo

45.260,77

45.260,73 0,04

0,01%

Retrib. Posizione  quota fissa

12.565,11

12.565,11 0

0%

Media retrib. Posizione quota variabile (varia da regione a regione)

18.952,72

12.477,70 6.475,02

– 34,17%

Madia Retrib risultato annua media

22.553,00 ( dato fornito dal Ministero)

€ 1.950,00 20.603,00

– 91,35%

Retribuzione annuale media

€ 99.331,60

€ 72.253,58 27.078,02

– 72,7%

Questo il paradosso del sistema italiano: i dirigenti scolastici che hanno almeno il triplo di responsabilità e di carichi di lavoro dei colleghi di pari fascia, come si evince dalla sottostante tabella di confronto alla quale andrebbero aggiunte tutte le nuove responsabilità dell’era COVID – e che, di conseguenza, dovrebbero percepire ALMENO il doppio dei colleghi di pari fascia – percepiscono 27.078,02 euro in meno.

Questo gap inaccettabile DEVE essere colmato con il rinnovo del CCNL se il Governo onorerà gli impegni presi e se la categoria…lo consentirà.

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