LA MOBILITÀ INTERREGIONALE. DISCORSI DEMAGOGICI E NIENTE PIÙ!

LA MOBILITÀ INTERREGIONALE. DISCORSI DEMAGOGICI E NIENTE PIÙ!

È curioso constatare come da qualche tempo, da poco in verità, da più parti si annunciano mobilitazioni di categoria sul tema della mobilità interregionale. Appare più curioso come intorno al tema della mobilità  si stiano focalizzando programmi di campagna elettorale e liste “monotematiche” in vista delle imminenti elezioni prima e della più distante data della rappresentatività sindacale poi.

In uno scontro squisitamente politico tale atteggiamento sarebbe stato stigmatizzato e tacciato di “demagogia” nel suo valore negativo e strumentale: far leva sul bisogno di un’intera categoria per catturarne attenzione, credito e seguito.

Anche in campo sindacale, alla luce delle ultime vicende, possiamo affermare che lo schema riprodotto da certuni è il medesimo. Un sospettoso e quanto mai irrispettoso atteggiamento e comportamento da  “ultima ora”  nega ogni principio di lealtà nei confronti dei dirigenti scolastici.

Ci permettiamo di intervenire in difesa di questi ultimi e di quanti meritano di essere rappresentati nelle legittime richieste, nella trasparenza e nella democrazia che deve essere affermata anche  in campo sindacale, specie nei confronti di chi merita alta considerazione personale e professionale, negata, a ogni piè sospinto, da chi ha obiettivi di “frammentazione” e pensa di aver trovato la soluzione dopo anni, ben 6, di sonni profondi  e di azioni contrarie.

La storia della mobilità interregionale per i DS provenienti dal concorso nazionale 2017, per noi di DIRIGENTISCUOLA, non inizia l’altro ieri. Ha inizio in data 31 luglio 2019, con una proposta concreta fatta all’amministrazione nel tavolo di confronto nel caso di  assegnazione di regione di non gradita  e poi proseguita con costanza e grande impegno negli anni successivi,  caratterizzati da  battaglie, istanze, richieste.

La storia non l’abbiamo neanche dimenticata in occasione dell’ultimo rinnovo contrattuale dove ad ogni incontro l’obiettivo è stato  per noi primario sin dall’inizio  e  dove abbiamo denunciato la mancanza di unità delle altre sigle nell’accogliere la proposta di sessione negoziale separata, ma anche i sei lunghi anni di mancata disdetta del Contratto nazionale,  la cui sottoscrizione in tempi ragionevoli avrebbe portato alla soluzione definitiva dell’annosa questione.

Ci chiediamo che valore ha “il 60% dei posti” inserito in un Contratto sottoscritto da tutti che non dispiegherà effetti neanche per il 2024/25,  se non quello di consentire a certuni di trovare argomenti per continuare a mantenere deleghe facendo pura “demagogia”.

Le occasioni di risoluzione sono state tante, tutte lasciate cadere nel vuoto e nell’indifferenza anche degli interessati, come tante sono state anche le volte in cui l’unità sindacale si è miseramente arenata.

Oggi l’unica speranza è una immediata e temporanea soluzione legislativa oppure  un’accelerazione rapida della firma definitiva al CCNL 2019/2021. O l’uno o  l’altro.

Non esistono altre strade, meno che mai “raduni di piazza e  liste di bottega”, confezionate per soddisfare l’ego di chi sfrutta le disgrazie altrui  per dividere la categoria che ha bisogno di unità presente e futura  e di vedere realizzati  gli  obiettivi da tanto annunciati.

 

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