ACCOLTO ALTRO RICORSO DIRIGENTISCUOLA SULLA MOBILITÀ 

ACCOLTO ALTRO RICORSO DIRIGENTISCUOLA SULLA MOBILITÀ 

Un altro dirigente scolastico è rientrato nella propria regione a seguito di sentenza del tribunale di Castrovillari che non ha fatto altro che obbligare l’amministrazione ad applicare quanto previsto nella legge 104/92. Trattasi dell’ennesimo ricorso presentato dagli avvocati della DIRIGENTISCUOLA  Benedetto Ronchi e Benedetto Paglione.

Vecchia storia questa, per la quale DIRIGENTISCUOLA si è battuta sin dalla definizione dei criteri sulla mobilità in sede di confronto, restando, purtroppo, inascoltata. Solo un sistema illogico e malato può consentire che un dirigente eserciti il diritto di precedenza nella scelta della sede dopo essere già stato assegnato ad una regione distante anche centinaia di km da casa. Quale beneficio se ne potrà trarre? Scegliere la sede più vicina all’aeroporto o alla stazione per poter viaggiare con più facilità dalle Alpi alle Piramidi? Qual è la logica seguita dall’amministrazione nel disporre una stortura del genere? …Ammesso che ci sia una logica!!

Fortunatamente i tribunali sono intervenuti a favore di chi ha dovuto subire la scelleratezza di certe scelte, tutelando diritti calpestati dall’Amministrazione che dovevano essere garantiti senza il ricorso al Giudice.

DIRIGENTISCUOLA, naturalmente, accoglie con favore tale orientamento, ma non è più disposta ad accettare la logica del ricorso come unica soluzione contro la testardaggine di un’Amministrazione che si rifiuta di applicare correttamente norme già esistenti, pur essendo stata informata del prezzo che avrebbe pagato. Non si può più accettare che l’amministrazione, pur rendendosi conto di aver commesso un madornale errore – perché solo in tale direzione possono essere lette le decine e decine di ricorsi vinti dai dirigenti titolari dei benefici della L. 104/92 – non corra ai ripari applicando erga omnes il principio alla base delle sentenze, costringendo di fatto i dirigenti scolastici a scegliere tra la rinuncia all’incarico e il ricorso al giudice, pur di far fronte alle certificate e riconosciute esigenze di salute proprie o dei propri familiari.

Questo modus operandi sta, infatti, costando caro a tutti: tribunali sommersi da pratiche evitabili, giornate di lavoro inutilmente perse, danni fisici, economici e morali ai dirigenti titolari di tali benefici. Cui prodest? Ma soprattutto…chi paga? Chi paga per gli errori commessi e per i disagi creati? Chi paga per le conseguenze della mancata applicazione di una legge? Nessuno. Perché certe “figure di sistema” non pagano mai. Perché pare che le responsabilità dirigenziali previste nel 165/2001 siano una spada di Damocle solo sulla testa dei dirigenti scolastici e di nessun altro.

I benefici della legge 104/92 sono il risultato di un percorso di civiltà che non può essere messo sotto i piedi da burocratismi inutili, se non addirittura dannosi. La superficialità con cui è stato affrontato questo tema nelle operazioni di affidamento degli incarichi dirigenziali ha del grottesco. DIRIGENTISCUOLA pretende a gran voce che, eseguiti puntuali controlli sulla fruizione dei permessi per legge 104/92 ed opportunamente sanzionati gli eventuali abusi, si metta fine alla prassi del ricorso come soluzione ordinaria e che si ripristini la correttezza della gestione amministrativa, ancor più urgente quando deve muoversi a sostegno di soggetti tutelati da una legge chiara e inequivocabile.

Perché i responsabili di questo disastro non vengono puniti e non risarciscono i danni causati non solo ai titolari di legge 104, ma a tutti i dirigenti “esiliati”?

Consentire ai vincitori del concorso di scegliere una sola regione e costituire graduatorie coerenti con la regionalità del ruolo avrebbe consentito ad ognuno di rimanere quanto più possibile vicino casa, felice di aspettare il proprio turno pur di non essere esiliato per anni…fino quasi ad arrivare ad augurarsi una 104 per mettere – forse – fine all’esilio!

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