PERCORSI AD INDIRIZZO MUSICALE: SI DISCUTE LA BOZZA DEL DECRETO

PERCORSI AD INDIRIZZO MUSICALE: SI DISCUTE LA BOZZA DEL DECRETO

Si è tenuto ieri, 5 aprile, l’incontro tra le OO.SS. e il Direttore Generale per gli ordinamenti, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione, dr. Fabrizio Manca, inerente il decreto recante la disciplina dei percorsi a indirizzo musicale delle scuole secondarie di primo grado.

Dopo anni di silenzio, va riconosciuto a questa bozza di decreto il merito di volere finalmente portare a termine quanto già previsto dall’art. 12 del D. Lgs 60 del 2017 e di rimettere mano ad una normativa obsoleta e lacunosa che ha costretto l’indirizzo musicale ad una situazione di scarsa chiarezza e,  troppo spesso, libera interpretazione. 

Tuttavia, il decreto proposto di certo non sembra porsi come intervento risolutivo. Se, da un lato, infatti, si chiariscono alcuni contenuti  fumosi della precedente normativa spesso anche oggetto di contenzioso (vedi la partecipazione dei docenti di strumento alle operazioni di valutazione degli apprendimenti e agli esami conclusivi del I ciclo di istruzione e il superamento del concetto di “classe” ad indirizzo musicale) e si definiscono indicazioni nazionali specifiche che, seppur con 10 anni di ritardo rispetto alle altre discipline, imprimono una spinta di verticalizzazione allo studio dello strumento musicale – come più volte richiesto da DIRIGENTISCUOLA – dall’altro vengono proposti interventi che destano non poca preoccupazione.

Principale nota dolente denunciata da DIRIGENTISCUOLA è quella che riguarda il “riequilibrio territoriale” su base pluriennale, una ripartizione dei percorsi che sarà attivata utilizzando il contingente dei posti già destinati alle attuali sezioni ad indirizzo musicale e l’organico dell’autonomia SENZA NUOVI E MAGGIORI ONERI PER LA FINANZA PUBBLICA. È chiaro, quindi, che non ci saranno nuove attivazioni dei percorsi ma solo una differente distribuzione sul territorio operata dagli UU.SS.RR. sulla base di  criteri prestabiliti, tra cui le richieste di specialità strumentali non presenti o poco diffuse nel territorio. Cosa accadrà, quindi? Se una scuola operante in un territorio in cui l’indirizzo musicale è scarsamente presente chiedesse l’attivazione del relativo percorso, lo stesso verrebbe “prelevato” e trasferito da un istituto dove è territorialmente più rappresentato? E come può una scuola programmare un’offerta formativa se rischia di vedersi togliere l’indirizzo musicale dall’oggi al domani, in barba alla continuità didattica e alla stabilità dell’organico? E che fine fa l’autonomia degli organi collegiali che, nell’elaborazione della suddetta offerta formativa, dovranno mettere in secondo piano le esigenze del proprio territorio – che spesso e sempre più saranno di natura economica – a favore dall’obbligatorietà di scelta di specialità strumentali poco diffuse?

Insomma, da un lato si parla di autonomia delle scuole e personalizzazione dei percorsi e dall’altra si mettono paletti che, di fatto, vanno in direzione totalmente opposta.

Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti: la costituzione “rigida” della commissione per i test attitudinali, che, stando al decreto, dovrebbe essere composta anche dai docenti delle quattro specialità strumentali (cosa impossibile in caso di prima attivazione data l’assenza dei docenti in organico); l’attivazione di percorsi con precedenza data alle scuole che hanno docenti di strumento in organico di potenziamento rispetto, invece, alla valorizzazione di istituti che hanno, di fatto, dato alla musica un ruolo centrale all’interno del proprio curricolo anche attraverso la partecipazione a reti di scopo o attraverso un sapiente uso dell’organico dell’autonomia o con una collaborazione con il terzo settore; l’eccessivo spazio dato ai percorsi propedeutici dell’AFAM a discapito dei licei musicali, necessario e primario sbocco in uscita dei percorsi musicale del I ciclo, che, proprio a causa dei propedeutici AFAM, rischiano di perdere linfa vitale e che, invece, secondo DIRIGENTISCUOLA, dovrebbero essere destinatari di specifici interventi volti a rafforzare le alleanze territoriali con il I ciclo.

L’amministrazione si è mostrata comunque disponibile alla valutazione delle proposte e dei contributi delle organizzazioni sindacali presenti, sintetizzate nei documenti che saranno inviati entro la giornata di oggi.

DIRIGENTISCUOLA si augura che l’entrata in vigore del decreto a settembre 2023 consenta di portare avanti un confronto tra OO.SS. e Amministrazione che porti allo scioglimento di tutti i punti irrisolti e indicati nel documento inviato al Ministero, all’insegna di uno scambio collaborativo e costruttivo costantemente rinvenibile nell’operato della nostra associazione e nell’approccio alle problematiche sempre ampio e finalizzato al miglioramento della scuola.

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