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L’AUDIZIONE DIRIGENTISCUOLA SUL DDL 962 “RISPETTO E TUTELA DELLE TRADIZIONI RELIGIOSE ITALIANE”

L’AUDIZIONE DIRIGENTISCUOLA SUL DDL 962 “RISPETTO E TUTELA DELLE TRADIZIONI RELIGIOSE ITALIANE”

Il 15 dicembre DIRIGENTISCUOLA audita in VII Commissione – Senato. Bene l’accento sull’identità e le radici culturali, ma il dirigente scolastico non decide da solo. Ancora una volta potrebbe essere chiamato a rispondere di scelte non sue”. Il disegno di legge, per come impostato, non colma vuoti normativi e rischia di gravare i DS di ulteriori responsabilità (non loro). E intanto la perequazione?

 

Nel pomeriggio del 15 dicembre DIRIGENTISCUOLA è intervenuta all’audizione in videoconferenza innanzi alla VII Commissione permanente del Senato – Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport – sul DDL n. 962 recante “Rispetto e tutela delle tradizioni religiose italiane”.

 

Il Disegno di legge consta di 4 articoli, di cui il secondo contiene le previsioni principali: “Negli istituti di istruzione pubblici – si legge – è fatto divieto di impedire iniziative, promosse da genitori, studenti o dai competenti organi scolastici, volte a sostenere le attività connesse alle tradizionali celebrazioni legate alle festività del Natale e della Pasqua cristiana, come l’allestimento del presepe, le recite e le altre manifestazioni a esse collegate, al fine di ricordare il loro profondo significato di umanità e il rapporto che le lega all’identità nazionale italiana”. Successivamente, all’art. 4, si prevede che “la violazione delle norme di cui alla presente legge da parte di dipendenti della pubblica amministrazione determina l’avvio del procedimento disciplinare secondo la normativa vigente”.

 

Per DIRIGENTISCUOLA erano presenti la responsabile Comunicazione Sara La Rocca e il responsabile Ufficio Stampa Simone Finotti, che è intervenuto per esplicitare le osservazioni dell’Associazione. Filo rosso dell’intervento è stato l’eccessivo carico di responsabilità ancora una volta ascritte al Dirigente scolastico, chiamato a rispondere di scelte di competenza, invece, degli organi collegiali. Ciò emerge con chiarezza già da alcuni passaggi della Relazione illustrativa al DDL, in particolare dove si dice:  “Si rende necessario un intervento legislativo che impedisca a taluni dirigenti di istituzioni scolastiche … di cancellare o chiamare in altro modo le celebrazioni e tradizioni legate al Natale e alla Pasqua cristiana.” E ancora: “Non possono essere, altresì, accettate e consentite le decisioni di alcuni dirigenti scolastici di vietare nei propri istituti i simboli e le rappresentazioni del Natale e della Pasqua.”

 

Orbene, se da un lato il tema dell’identità che il DDL vuole preservare appare senza dubbio di estrema momento, dall’altro è innegabile che  il testo individui, in modo implicito ma chiaro, nel dirigente scolastico il principale responsabile di presunte condotte censorie o discriminatorie. Si tratta di un’impostazione fuorviante, perché non tiene conto dell’assetto reale della scuola autonoma: il dirigente non è un decisore solitario, ma un garante dell’azione amministrativa, chiamato ad attuare in molti casi – e in questo specifico – le deliberazioni degli organi collegiali, che sono il cuore democratico della vita scolastica, per come fino ad oggi regolamentati.

 

Particolarmente problematica appare in quest’ottica la previsione di procedimenti disciplinari a carico dei dipendenti pubblici. Di fatto, il bersaglio sembra essere ancora una volta il DS, chiamato a rispondere di scelte che non gli competono. E d’altra parte – come suggerisce l’irrituale “doppia negazione” che apre l’art. 2 (in cui letteralmente “si vieta di impedire”), il disegno di legge non sembra davvero colmare alcuna lacuna nell’ordinamento, già ben chiaro a partire dalla Carta Fondamentale. Al contrario, si introduce un vincolo che rischia di trasformare una scelta educativa in un obbligo implicito, semplificando e “ideologizzando” una realtà che la scuola affronta quotidianamente attraverso dialogo, mediazione e progettazione condivisa, in una cornice costituzionale di laicità costituzionalmente presidiata.

Nella relazione di DIRIGENTISCUOLA si sottolinea ancora una volta che all’aggravio di responsabilità attribuite di nuovo al Dirigente Scolastico non corrisponde l’attesa perequazione retributiva, per cui non si vedono fondi in Legge di Bilancio. “La centralità viene riconosciuta solo quando occorre individuare un responsabile, mai quando si tratta di garantire dignità professionale, chiarezza di ruolo, coerenza ordinamentale e riconoscimento economico. Un’impostazione che non può trovarci concordi”.

 

TESTO  ddl 962 -Rispetto e tutela delle tradizioni religiose italiane

 

VIDEO AUDIZIONE

 

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