DIRIGENTISCUOLA scrive al Ministro Valditara: “L’USR Lazio non tutela i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari”. Il caso accade a Roma, dove una Dirigente scolastica, in scadenza di contratto, si è vista rifiutare un avvicinamento lavorativo ex l. 104 pur in presenza di sedi libere. “Nelle nostre scuole presidiamo tutti i giorni il diritto all’inclusione e la tutela delle fragilità: per noi, però, il trattamento è ben diverso”.
DIRIGENTISCUOLA ha inviato nei giorni scorsi, tramite il proprio Ufficio legale, una formale diffida al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, Anna Paola Sabatini, a seguito di un evidente errore nelle recenti procedure di mobilità, e una lettera al Ministro e al Capo di Gabinetto per chiederne l’intervento tempestivo e deciso, anche disponendo un’ispezione tecnica e rifacendo tutte le operazioni se necessario.
Ma quali diritti? L’Amministrazione è la prima a non rispettarli!
E’ comprensibile la rabbia del Presidente nazionale DIRIGENTISCUOLA Attilio Fratta, che punta il dito sul mancato rispetto, da parte dell’USR Lazio, delle precedenze previste dalla legge 104/92 per assistenza a familiari disabili. “Una Dirigente scolastica, di cui vogliamo tutelare la riservatezza, in scadenza di contratto e titolare di L.104 per assistenza al figlio disabile, si è vista negare la richiesta di assegnazione della sede richiesta per avvicinarsi al figlio, nonostante fosse e sia ancora libera. A chi è stata è stata riservata? E perché non le è neanche stata assegnata un’altra sede, se quella richiesta e libera è stata riservata per non so chi o addirittura congelata per poi essere assegnata in reggenza?”
L’ostinazione dell’amministrazione
Ciò che desta maggiore preoccupazione è l’ostinata volontà dell’Amministrazione di non voler procedere a una doverosa rettifica, pur di fronte a un errore macroscopico, segnalato da DIRIGENTISCUOLA. La normativa è chiarissima: i criteri di mobilità sono frutto di un confronto nazionale con le organizzazioni sindacali e non possono essere modificati o interpretati a livello locale. Gli USR hanno il compito di applicarli, non di crearne di nuovi. Né tantomeno si possono negare diritti sanciti dalla legge. La sede richiesta è, peraltro, sede nominale e, quindi, libera per altro incarico. Non esiste l’istituto del congelamento o dell’accantonamento delle sedi nominali per poi assegnarle in reggenza discrezionalmente. Definire questa condotta come arroganza amministrativa e abuso di potere non appare affatto eccessivo. Sembra quasi l’esercizio di un potere arbitrario, che si pone al di sopra delle leggi e dei diritti delle persone.
Diffida e lettera al Ministero
Prosegue Fratta: “Nei giorni scorsi, falliti tutti i tentativi di convincere la Dr.ssa Sabatini a rivedere la propria incomprensibile decisione, le abbiamo inviato, tramite un nostro legale, una formale diffida notiziando anche il Ministro e il Capo di Gabinetto chiedendo il loro tempestivo e decisi, ordinando, previa verifica, il rifacimento delle operazioni di mobilità dei dirigenti in scadenza di contratto. Tutti i giorni siamo chiamati a rispettare, nelle nostre scuole, il principio sacrosanto dell’inclusione e della tutela delle fragilità. Quando però tocca a noi, questi diritti vengono calpestati, non valgono più.”
Oltre 10 giorni di richieste senza risposta: una battaglia di civiltà
Dopo oltre dieci giorni di richieste informali rimaste senza risposta, DIRIGENTISCUOLA ha deciso di procedere con una diffida, preludio a un contenzioso ormai imminente, con l’obiettivo di ristabilire il diritto della collega a lavorare vicino alla propria residenza, garantendo al figlio disabile la presenza e l’assistenza della madre, che è anche lavoratrice. Conclude Fratta: “Questa non è solo una questione sindacale. È una battaglia di civiltà, che tocca i principi fondamentali della nostra Costituzione. In un solo atto procedimentale sono stati negati il diritto alla salute, alla tutela della famiglia, alcuni principi cardine del diritto del lavoro, insieme a norme contrattuali e precedenze di legge. Non intendiamo restare in silenzio di fronte alla negazione di diritti così essenziali. Una situazione che non può e non deve restare senza conseguenze anche nell’interesse dell’amministrazione, spesso vittima di un deleterio senso di impunità. E non si tratta di un caso isolato: sono sempre di più i dirigenti che ci segnalano situazioni di palese violazione di diritti”.
Sempre al fianco dei dirigenti scolastici
DIRIGENTISCUOLA è e sarà sempre al fianco dei dirigenti scolastici, soci e non soci, che subiscono da parte dell’Amministrazione sistematiche vessazioni e negazioni dei diritti. “L’Amministrazione dovrebbe tutelare il nostro lavoro e invece non perde occasione per bersagliarci. Oltre alla lettera al Ministro e alle azioni legali siamo pronti a mettere in campo la nostra task force per manifestare presso l’USR, come già accaduto in altre occasioni, e lo stesso Ministero se non prenderà i provvedimenti del caso. Non si può costringere una mamma a ricorrere al Giudice del lavoro per vedersi riconoscere un diritto previsto dalla legge: l’assistenza a un figlio disabile!