DIRIGENTE INTERDETTA: ORDINANZA ANNULLATA! RIFLETTIAMO SULLA DIRIGENZA TECNICA…

DIRIGENTE INTERDETTA: ORDINANZA ANNULLATA! RIFLETTIAMO SULLA DIRIGENZA TECNICA…

Due mesi fa avevamo dato notizia di quanto occorso alla dirigente Angela Sodano la quale, destinataria di un’ordinanza di interdizione dei pubblici uffici in virtù di fatti risalenti a quando dirigeva l’I.C. “Europa Unita” di Afragola, si era vista letteralmente stigmatizzata da una stampa volutamente sensazionalista, subendo una sorta di condanna sociale ante litteram. Ebbene: in data 10 novembre u.s. il Tribunale di Napoli ha revocato la misura interdittiva a seguito di accoglimento dell’appello proposto dai legali della difesa.

Nel reiterare la nostra manifestazione di solidarietà nei confronti della dott.ssa Sodano, alla quale auguriamo la giusta rivalsa nelle sedi opportune, non possiamo esimerci dall’esprimere il massimo biasimo per l’intera vicenda. Non è questa la sede per approfondimenti relativi alle corpose motivazioni esposte dal giudice dell’appello, pur di rilievo nella parte in cui smonta completamente l’iter logico-giuridico seguito dal Gip mettendo in dubbio l’esistenza stessa della fattispecie di reato contestata e, di conseguenza, l’ingiustificato accanimento di cui è stata vittima la Sodano da parte della magistratura. 

Preme, però, censurare la condotta dell’Amministrazione che, nell’intera vicenda, ha utilizzato il ruolo del dirigente tecnico per finalità chiaramente ed aprioristicamente accusatorie. Un uso distorto della funzione che rappresenta una vera e propria vessazione, contro cui DIRIGENTISCUOLA ha sempre manifestato la propria ferma opposizione, come dimostrato nella recente questione relativa al Piano ispettivo dell’USR Lazio.

Il dirigente tecnico (da tempo ex ispettore) è – o, perlomeno, dovrebbe essere – una figura di supporto tecnico a beneficio della qualità dell’istruzione, la cui funzione di valutazione e controllo, lungi dall’avere quel carattere inquisitorio che troppo spesso continua a rivestire, dovrebbe avere un connotato garantista nei confronti del buon funzionamento del sistema. Un ruolo che implica necessariamente obiettività e capacità di addivenire ad eque soluzioni che prediligano composizioni bonarie, e non l’accanita ricerca del colpevole: questo, lasciamolo fare agli sceriffi. Che poi…chissà perché questi sceriffi provano più gusto ad accanirsi sempre contro i dirigenti!

Fino a quando l’Amministrazione e, per suo conto, la dirigenza tecnica non si deciderà finalmente a vivere il proprio ruolo in una dimensione collaborativa, alla luce dell’attuale assetto normativo, continueremo ad assistere a sterili azioni di controllo che non forniranno alcun sano apporto al sistema. Un’occasione persa, visto che un più coerente utilizzo delle risorse tecniche potrebbe costituire un valido e qualitativo sostegno all’autonomia scolastica.

DIRIGENTISCUOLA non si rassegna certo di fronte a questo sistema incancrenito: un’altra delle molteplici problematiche cui bisogna mettere mano e che necessita, una volta per tutte, di una svolta radicale.

Il Presidente Fratta: “Per le motivazioni, estrinsecate in 36 pagine, rimandiamo gli interessati alla lettura dell’Ordinanza nella quale il collegio:

  • Critica l’operato e la superficialità sia del Pm che del GIP evidenziando superficialità e contraddizioni.  
  • Smonta l’impianto accusatorio a senso unico. Si chiede  il perché il PM ha preso per oro colato le denunce presentate dalla docente senza indagare sui contenuti e la veridicità delle stesse; non ha valutato l’ipotesi di reati nei confronti della denunciante; non ha pensato di verificare i certificati medici della ricorrente nei quali i medici riportano quanto RIFERITO dall’interessata.
  • Esprime valutazioni anche sull’operato del dirigente tecnico e sull’uso improprio delle ispezioni.  Se l’Amministrazione, invece di disporre subito una ispezione, avesse dato mandato al DIRIGENTE TECNICO di verificare la possibilità di ricomporre le parti, di tentare la conciliazione, probabilmente i rapporti si sarebbero ricomposti.  L’Amministrazione, ovvero l’allora D.G. Franzese, ha disposto immediatamente un’ispezione generica e illegittima. Quale migliore occasione per continuare a inviare all’USR lettere accusatorie? Per ben  tre volte, ovvero ogni qualvolta arrivava una lettera,  l’USR  INTEGRAVA il primario mandato ispettivo. 
  • L’impianto accusatorio, in buona sostanza, si è basato sulla relazione ispettiva senza alcuna verifica, ignorando le parti in favore della Dirigente.

 

Questi sono i risultati dell’uso distorto dei dirigenti tecnici utilizzati come sceriffi solo nei confronti dei dirigenti scolastici. Chi ha sbagliato, deliberatamente, deve pagare.  Questo succede ad un Dirigente scolastico ogni qualvolta, prendendo servizio in una istituzione dove il rispetto della norma è opzionale, dove si sono radicati comportamenti illegittimi,  tenta di ripristinare la legalità. L’Amministrazione invece di stare al fianco del DS coadiuvandolo con un Dirigente tecnico, dispone ispezioni e sanziona il dirigente. Di certo non staremo alla finestra a guardare…anche a costo di alienare amicizie!!”

 

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