La scuola ha bisogno di trasparenza, non di sotterfugi!
Alla faccia della trasparenza! Ci è stato trasmesso un recente comunicato pervenuto, mediante canali e contatti privati, ai vincitori di concorso. Nel testo, per altro non firmato, il sindacato della dirigenza pubblica che continua ad utilizzare l’acronimo ANP riesce nell’impresa di dire tutto e il contrario di tutto: affermano che la proposta di DIRIGENTISCUOLA non rappresenta un vero incremento dei posti, salvo poi ammettere che un certo numero di sedi si libererebbe grazie all’opzione dei vincitori tra i due concorsi. Quindi quei posti ci sono o non ci sono? Un controsenso palese, che lascia intendere più la volontà di sminuire il lavoro altrui che di risolvere un problema reale.
La verità è che abbiamo scritto ufficialmente al Ministro e al Capo di Gabinetto per chiedere che questi ulteriori posti – già individuabili – siano autorizzati e assegnati immediatamente ai dirigenti scolastici pronti a entrare in servizio. Nessuna pretesa di visibilità, solo senso di responsabilità.
Nel frattempo, altri si trincerano dietro quotidiane interlocuzioni “informali” – un’espressione che, francamente, comincia a suonare come un alibi. Ma che significa? Dove sono i documenti? Dove sono le richieste formali, le prese di posizione pubbliche, i comunicati? La categoria ha diritto alla trasparenza.
Accusano DIRIGENTISCUOLA di “urlare”? Forse perché ha il coraggio di dire pubblicamente ciò che altri preferiscono bisbigliare in privato.
DIRIGENTISCUOLA non teme il confronto, anzi: lo cerca. Ha invitato invano più e più volte, tutte le sigle sindacali – ANP compresa – a unirsi in una battaglia comune per eliminare le reggenze e restituire dignità alle scuole. Chi è che non fa davvero l’interesse della categoria? Chi chiede soluzioni trasparenti e pubbliche, o chi si trincera dietro quotidiane interlocuzioni riservate, per poi attaccare chi lavora sul serio? Durante lo “sventurato” concorso del 2017 che ha creato i “fuori regione” le proposte di DIRIGENTISCUOLA con criteri giusti, trasparenti e formalizzati per risolvere quello che da subito si annunciava come un drammatico problema, non solo non furono accolte e sostenute dalle altre sigle sindacali, ma furono bollate con lo stesso sprezzante atteggiamento a tutto discapito di coloro che ancora adesso aspettano una soluzione. Solo mesi dopo, da parte dello stesso Ministero, arrivò l’ammissione: “magari vi avessimo ascoltato”.
Perché non si sono fatti sentire allora? Sono quelli che oggi parlano di “narrazioni lontane dalla realtà”. La realtà è che c’è chi lavora per la categoria anche quando non conviene. Oggi assistiamo allo stesso copione: una proposta concreta, fattibile e immediata viene sminuita, ostacolata o ignorata non per ragioni tecniche o normative, ma per puro calcolo. C’è chi preferisce “mettersi di traverso” pur di non ammettere che altri abbiano ragione, anche quando ne va del bene della scuola e della categoria.
“Ora che c’è la possibilità concreta di assegnare posti in più – legittimamente e con procedure già previste – invece di sostenere la proposta, si preferisce negare l’evidenza o banalizzare l’impegno altrui. E questo non è solo scorretto: è irresponsabile.” Non è solo una questione di contenuti. È una questione di metodo, di onestà intellettuale, di coraggio sindacale. DIRIGENTISCUOLA ha proposto soluzioni concrete, legittime e immediatamente applicabili. Altri si limitano a commentarle, o peggio, a ostacolarle per ragioni che nulla hanno a che fare con l’interesse della scuola. DIRIGENTISCUOLA non cerca visibilità. Cerca risultati.
E lo dice con la forza della coerenza. La storia dimostra che il cambiamento non viene sempre da chi si batte il petto più forte, ma da chi lavora con costanza, senza attendere il consenso prima di agire. Basti pensare a chi, da una piccola realtà come Barbiana, ha rivoluzionato il senso stesso della scuola pubblica. È il lavoro quotidiano, coerente, determinato che fa la differenza – non il volume degli applausi: servono idee e coraggio.
E se ogni proposta concreta volta a risolvere problemi strutturali continua a trovare solo risposte sprezzanti, generiche, mai accompagnate da vere alternative e mai, mai da un semplice “ci siamo anche noi per una battaglia unitaria”, allora i problemi rimarranno tali. Così non si difende la categoria. Così si alimenta l’immobilismo e il sospetto che l’occhio sia rivolto soprattutto a salvaguardare le proprie rendite di posizione piuttosto che ai problemi storici della categoria.
Così il Presidente Nazionale DIRIGENTISCUOLA Attilio Fratta: “Quanto al metodo, innanzitutto premetto che ci vorrebbe più trasparenza: se si hanno delle opinioni, ancorché assurde e insostenibili, è opportuno pubblicarle e renderle note per vie formali, non usare sotterfugi come far girare comunicati denigratori nelle chat private per non dare all’altra parte la possibilità di replicare ufficialmente. Nel merito non c’è nemmeno da discutere, tanto la contraddizione è evidente: ma come si fa a dire che quei posti non sono un incremento? Sono posti che oggi non ci sono nel contingente, che domani si libereranno e potranno essere usati per nuove assunzioni! È aritmetica, non ideologia. È gravissimo che si provi a sminuire una proposta solo perché viene da altri. Assistiamo a un copione tristemente noto: una proposta concreta, fattibile e immediata viene sminuita, ostacolata o ignorata non per ragioni tecniche o normative, ma per puro calcolo. C’è chi preferisce “mettersi di traverso” pur di non ammettere che altri abbiano ragione, anche quando ne va del bene della scuola e della categoria. Quando si arriva a mettere in dubbio l’aritmetica pur di delegittimare una proposta altrui, siamo oltre la polemica: siamo nel danno. E a pagare, come sempre, sono le scuole e i colleghi. Tutto questo succede quando si hanno i nervi scoperti e si reagisce in modo scomposto e irrazionale offendendo per prima l’intelligenza dei propri soci pensando, evidentemente, che hanno l’anello al naso.”
A chi continua a rifugiarsi dietro “comunicati privati e non firmati” e “quotidiane interlocuzioni informali” ricordiamo che la scuola ha bisogno di atti formali, posizioni chiare, proposte documentate e soprattutto trasparenza. DIRIGENTISCUOLA, come sempre, ci mette la faccia, i documenti, le firme.