ANCORA UN’AGGRESSIONE VERSO UNA DIRIGENTE SCOLASTICA

ANCORA UN’AGGRESSIONE VERSO UNA DIRIGENTE SCOLASTICA

Mentre i vari esponenti delle OO.SS. criticano perfino le ipotesi del Ministro Valditara spostando l’attenzione sui consolidati mali della scuola italiana, i casi di aggressione aumentano in modo esponenziale. Nessuno ha parlato di militarizzazione delle scuole. Sono state solo avanzate ipotesi di intervento anche delle forze dell’ordine nelle zone più a rischio per cercare di prevenire il fenomeno delle aggressioni.

Siamo tutti d’accordo che il fenomeno va analizzato per cercare di capire il perché del disagio, mentre ragioniamo sui massimi sistemi, mentre stiliamo statistiche, distogliamo l’attenzione sul perché sempre più spesso i genitori piombano a scuola e aggrediscono il dirigente, i professori. Basta un voto basso, un semplice richiamo o rimprovero, un cellulare sequestrato,  una nota, una sospensione con obbligo di frequenza, per “giustificare” l’intervento aggressivo dei genitori che piombano a scuola, accedono facilmente nell’ufficio del dirigente, sfondano la porta se è chiusa, arrivano perfino a sequestrare dirigente e personale e, dulcis in fundo, aggrediscono anche i carabinieri chiamati dal personale.

Questo è successo ieri a Cirò marina (Crotone) dopo i casi di Cosenza e di Reggio Calabria, per limitarci solo a questa regione: l’ennesimo episodio di violenza ai danni di una dirigente.

Si tratta Graziella Spinali, dirigente dell’Istituto Comprensivo, minacciata e oltraggiata dal padre e dal nonno di un’alunna che, successivamente, hanno aggredito anche i carabinieri della locale stazione, prontamente intervenuti sul posto, la cui presenza ha impedito il determinarsi di ben più gravi conseguenze.

Il tutto per un provvedimento disciplinare nei confronti di un’alunna tredicenne, frequentante la scuola secondaria di I grado, responsabile di gravi negligenze comportamentali reiterati nel tempo; comportamenti per i quali il consiglio di classe ha irrogato la sospensione con l’obbligo di frequenza per lo svolgimento di lavori socialmente utili, mai eseguiti perché l’alunna si è assentata per tutto il breve periodo della sospensione. Come si sono permessi di sospendere l’alunna? La sospensione va revocata! E così padre e nonno piombano a scuola per “fare giustizia”!!

Questo è il modo di educare i figli!!

Le minacce e le aggressioni a dirigenti e docenti sono ormai fenomeni che si ripetono con preoccupante frequenza su tutto il territorio nazionale e nelle scuole di ogni ordine e grado. Non possiamo più limitarci ad esprimere la nostra solidarietà alle vittime ma bisogna reagire con determinazione per frenare l’arroganza e la tracotanza di taluni genitori. Questi episodi rappresentano la sconfitta per l’intera comunità scolastica – docenti, dirigenti, personale tutto, genitori, alunni – proprio perché raffigurano la completa negazione dei valori essenziali della scuola.

DIRIGENTISCUOLA è in prima linea, insieme a coloro ai quali sta a cuore la tutela della scuola intesa come istituzione fondamentale della società civile.

Non possiamo più stare a guardare! Gli errori e gli stili diseducativi degli ultimi decenni vanno cambiati; i danni che hanno procurato sono sotto gli occhi di tutti. Basti pensare alle occupazioni tollerate da decenni come eventi goliardici nel corso dei quali gli “occupanti” procurano danni distruggendo tutto quello che trovano.

Chiediamo, in attesa di rivedere i modelli educativi, il rapporto scuola famiglia, il ripristino dei concetti di rispetto, il recupero della autorità,  concreti interventi a tutela del personale, misure immediate di tipo sanzionatorio ma anche risarcitorio, insieme ad una profonda riflessione sull’intero sistema scuola in cui si riversano le conseguenze di un profondo disagio sociale.

Accogliamo favorevolmente la disponibilità del Ministro ad introdurre la figura dello psicologo di istituto e al contempo invochiamo interventi efficaci sul fronte dell’inasprimento delle pene e sulla completa rivisitazione delle norme sulla valutazione del comportamento, nella convinzione che al clamore mediatico provocato da questi eventi debbano seguire atti concreti e conseguenziali.

Ministro Valditara non si lasci intimidire da “dischi rotti” che ripetono sempre la stessa musica invece di fare l’esame di coscienza e cercare di rimediare ai tanti errori del passato i cui “frutti” sono di palmare evidenza. Il mondo della scuola non può e non deve essere lasciato solo!

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