Se sei tra coloro che hanno superato la prova scritta del concorso ordinario per dirigenti scolastici (D.D.G. 2788/2023 – Regione Toscana), forse in questi giorni hai ricevuto messaggi che ti invitano ad aderire a ricorsi ad opponendum o ad adiuvandum, promossi contro il ricorso presentato da alcuni candidati esclusi dalla prova orale.
La motivazione che viene proposta è “difendere il tuo posto”, “tutelare la tua posizione in graduatoria”, oppure “essere parte attiva in un procedimento che potrebbe riguardarti”. Ma a ben guardare, si tratta di iniziative processuali che oggi non hanno alcuna utilità concreta per chi è già stato ammesso. E noi sentiamo il dovere, prima ancora che il diritto, di dirtelo chiaramente.
Ed infatti, che cosa dice davvero l’ordinanza del TAR Lazio?
Il TAR Lazio, con l’ordinanza n. 1999/2025, non ha dato alcun segnale di condivisione rispetto alle doglianze dei ricorrenti. Si è limitato a disporre una notifica per pubblici proclami: una misura tecnica, per garantire il contraddittorio, in quanto il ricorso era stato notificato solo a un soggetto.
In altre parole: nessuna sospensione del concorso, nessuna messa in discussione delle graduatorie, nessuna lesione immediata ai diritti di chi ha superato le prove. E allora viene da chiedersi: davvero occorre intervenire in giudizio?
Perché intervenire non serve (anzi, rischia di confondere le acque).
Aderire oggi a un ricorso ad opponendum o ad adiuvandum:
- non cambia nulla rispetto alla tua posizione;
- non accelera né protegge l’eventuale assunzione;
- non rappresenta una necessità giuridica, ma solo un atto di pressione emotiva su tutti i potenziali destinatari della – tutt’altro che disinteressata – offerta;
- quindi può essere – ed è – solo usato strumentalmente, soprattutto se accompagnato da inviti a iscriversi a una sigla sindacale “a pacchetto”.
È una dinamica già vista: operazioni che nascono con finalità formalmente legali, ma che finiscono con l’essere mezzi – neanche tanto nascosti – per raccattare qualche delega anche da chi non ne avrebbe mai firmata una in un contesto più sereno.
Non è difficile immaginare che situazioni analoghe si ripresenteranno anche in altre regioni, dove non mancheranno ricorsi promossi da candidati esclusi e, puntualmente, offerte di adesione ad inutili – tranne che ai spregiudicati promotori – ricorsi, siano essi ad opponendum o ad adiuvandum, rivolte a chi ha superato il concorso.
C’è un tempo per i ricorsi, e c’è un tempo per la responsabilità.
Lo diciamo con chiarezza: questo non è il momento per i vincitori di “difendersi”, perché non c’è alcun attacco da cui difendersi. Se un domani – e ripetiamo, se e solo se – il TAR dovesse dare ragione ai ricorrenti (cosa al momento molto lontana), sarà l’Amministrazione a dover gestire le eventuali conseguenze, non i singoli candidati.
Nessuna tua iniziativa di oggi ti garantisce più tutele. E allora perché farla?
DIRIGENTISCUOLA dice le cose come stanno, non ti propone scorciatoie, non ti chiede di “intervenire” per difenderti da un rischio che oggi non esiste. E, soprattutto, non usa i ricorsi per fare tessere.
A differenza di altri, noi amiamo la chiarezza, senza infingimenti: se non serve, non si fa. Punto. Perché chi ha superato un concorso selettivo merita rispetto, non di essere manipolato, approfittandosi di umanamente comprensibili stati d’ansia.
E perché la rappresentanza sindacale, per noi, si fa con la competenza e la verità. Quand’anche non dovesse convenire.