La dirigente scolastica denuncia, l’Associazione la sostiene. Il presidente Fratta: “Noi continuiamo a spenderci in prima persona. Ma l’Avvocatura, Signor Ministro, dov’è?”
Ancora una volta è DIRIGENTISCUOLA, e non – come dovrebbe essere e come tanto sbandierato dal Ministro Valditara – l’Avvocatura dello Stato a scendere in campo al fianco di una dirigente scolastica e dell’intero corpo docente da lei rappresentato e tutelato.
Il fatto avviene in Sicilia, ed è figlio dell’epoca dei social. Una mamma esasperata per i troppi compiti del figlio si lascia prendere la mano e pubblica su Tik Tok, dal proprio profilo, un video zeppo di improperi, offese ed espressioni volgari e denigratorie verso gli insegnanti: una vera e propria escalation di turpiloqui che, ovviamente, ben presto diventa virale e desta l’attenzione della dirigente scolastica che, come suo dovere, sporge querela e dà avvio a un procedimento penale ex art. 595 commi 1-4 colle aggravanti di aver agito contro un corpo amministrativo e con un mezzo ad alta diffusione pubblicitaria (in poche parole, diffamazione aggravata).
La prima udienza è fissata proprio in questi giorni, con DIRIGENTISCUOLA che prontamente, tramite l’avvocato Fabrizio Bellavista, si è costituita parte civile ad adiuvandum, di fatto facendo quello che il Ministro aveva promesso già da tempo: ricordiamo tutti – e fa ancora bella mostra di sé sul portale ministeriale – quando, a inizio febbraio 2023, sull’onda del clamore mediatico suscitato da una serie di episodi ai danni di personale scolastico, il Ministro si era affrettato a dichiarare: “Stop a episodi di violenza nelle scuole. Docenti e personale saranno difesi da Avvocatura dello Stato” e ancora: “Per tutelare la dignità di insegnanti e lavoratori della scuola, lo Stato garantirà loro una rappresentanza in sede civile e penale”. Più chiaro di così…
Ebbene, tutto rimasto lettera morta. D’altra parte se non è questa la situazione “di scuola” nella quale dovrebbe intervenire lo Stato, fatichiamo a vederne una più appropriata: c’è addirittura la specifica, da parte della Procura, dell’azione offensiva e diffamatoria rivolta contro un “corpo amministrativo”, che vogliamo di più?
E non è la prima volta in cui l’Avvocatura si tira indietro: si ripropone infatti uno scenario analogo a quanto avvenuto poche settimane fa, sempre in Sicilia, dove l’Avvocatura si era rifiutata di sostenere in giudizio una dirigente minacciata di morte (avete letto bene, di morte) adducendo la mancanza di clamor fori: la notizia, cioè, non avrebbe destato l’attenzione dei media e di conseguenza della pubblica opinione.
Ora, al di là della debolezza intrinseca dell’argomentazione (le minacce sono sempre minacce, le offese sono sempre offese, che finiscano in prima pagina o no: cosa accadrebbe se le forze dell’ordine e la magistratura intervenissero soltanto sui casi da telegiornale?), stavolta il clamor fori c’era anche stato, come si può evincere con chiarezza dalla stessa aggravante contestata nel decreto di citazione della Procura, vale a dire “aver recato le offese a mezzo di pubblicità”, ossia attraverso una nota piattaforma social.
Eppure assistiamo di nuovo all’imbarazzante situazione per cui, al di là di tutti i bei proclami, una dirigente e tutti i docenti di una scuola sarebbero rimasti soli se non ci fosse stata DIRIGENTISCUOLA.
È un merito di cui, credeteci, faremmo volentieri a meno, ma è la pura verità.
“In un sistema che funziona – dichiara il presidente nazionale DIRIGENTISCUOLA Attilio Fratta – non dovrebbe certo essere un’organizzazione sindacale a fare quello che non fa lo Stato a tutela dei suoi lavoratori. La situazione, in questo caso, è resa ancora più contraddittoria dalle promesse non mantenute del Ministro. Noi continuiamo a spenderci in prima persona e sostenere i dirigenti e il personale della scuola, ma continuiamo anche a chiedere: dov’è la tanto evocata Avvocatura dello Stato? Se non interviene in casi come questo, quando si farà viva a sostegno di un “corpo amministrativo” sempre più vessato e minacciato? Dobbiamo aspettare, come spesso accade, l’episodio eclatante o, peggio, il dramma?”