Molti colleghi ci segnalano di aver ricevuto in questi giorni, da parte dell’autorità di gestione controlli di I livello con esito negativo sui progetti PON 2014/2020. Viene chiesto al dirigente scolastico prima facie di controdedurre nel termine perentorio di 10gg attraverso apposita funzionalità del sistema informativo. Controdeduzioni poi sistematicamente rigettate con laconiche affermazioni ‘a ciclostilo’ del tipo “nelle controdeduzioni non sono stati rinvenuti elementi tali da escludere l’esistenza dell’irregolarità contestata. L’area pagamenti verificherà se, in esito alla rettifica di cui sopra, il beneficiario sia tenuto a una restituzione e, se del caso, ne informerà il beneficiario stesso con separata nota”.
Oggetto del contendere il fantomatico frazionamento artificioso di cui all’art.14, comma 6 del d.lgs.36/2023 (nuovo codice dei contratti), che riprende a piè pari l’art.35, comma 6 del d.lgs.50/2016, che così recita: ……un appalto non può essere frazionato per evitare l’applicazione delle norme del codice, tranne nel caso in cui ragioni oggettive lo giustifichino. Perché cosi facendo si rientrerebbe in tipologie di gara meno competitive la cui discrezionalità dell’operatore economico (vedasi l’affidamento diretto di cui all’art.50, commi a) e b) del medesimo d.lgs.36/2023), rispetto ad altre procedure, quali le procedure negoziate senza bando di cui alle lett.c), d) ed e) del medesimo articolo, o le procedure aperte, è maggiore. La ratio legis è chiara. Bisogna evitare che l’operatore economico frazioni in due o più parti un appalto al solo scopo di scendere al di sotto delle soglie comunitarie:
- per appalti pubblici di forniture e servizi: 143.000,00 euro (IVA esclusa)
- per appalti di lavori pubblici e concessioni: 5.538.000,00 euro (IVA esclusa)
L’art.14, comma 6 del d.lgs.36/2023 prevede che …….un appalto non può essere frazionato per evitare l’applicazione delle norme del codice, tranne nel caso in cui ragioni oggettive lo giustifichino. Molte istituzioni scolastiche hanno motivato ampiamente il perché di questo sdoppiamento delle forniture, motivazioni che rinvengono dalle stesse indicazioni dell’avviso stesso n. 78988, nel quale veniva prescrittivamente indicato che le attrezzature, la strumentazione ed i servizi, che si intendono acquisire, dovranno essere di sicura e pronta reperibilità sul mercato e collaudate integralmente entro il 16 ottobre 2023. La scelta, infatti, di affidare a due o più imprese la fornitura dei beni (laboratori) è stata determinata, visti i tempi stretti di azione (4 mesi complessivi), dall’ineludibile necessità di trovare le attrezzature prontamente reperibili sul mercato (esattamente 4 mesi: dal 16/06/2023, data del provvedimento autorizzativo al 16/10/2023, data finale di collaudo e rendicontazione). Non, dunque, con l’intenzione di eludere l’applicazione delle disposizioni del codice dei contratti, ma perché costretti dalla necessità di trovare sul mercato, ed in periodo feriale, aziende che avessero disponibili i beni con la specificità del requisito green e del risparmio energetico, come richiesto dall’avviso.
Ampie ed articolate sono state dunque le motivazioni da parte delle istituzioni scolastiche riconducibili:
- alla diversa tipologia delle due forniture (laboratori a corpo)
- al ridotto lasso di tempo per la realizzazione, collaudo e rendicontazione
- alle difficoltà di reperimento sul mercato e nel periodo estivo-feriale di fornitori in grado di fornire in tempi celeri i beni
- alla contemporaneità di tanti progetti PNRR di cui ai DM.170/2022, DM.19/2024, DM.65/2023, D.M.66/2023
- alle ferie del personale scolastico.
Ciononostante l’autorità di gestione avvia azioni che possono solo definirsi terroristiche ed intimidatorie. Cui prodest? Perché l’Amministrazione non perde occasione per attaccare i dirigenti scolastici?
A queste legittime domande c’è un’unica risposta legata sia al pressapochismo delle procedure esperite che, cosa ancora più grave, alla oramai conclamata volontà dell’amministrazione di vessare i dirigenti scolastici su fasi endoprocedimentali di cui gli stessi hanno fornito ampia documentazione e motivazione, fino a spingersi ad ipotesi di danno erariale.
Ai colleghi comunichiamo le seguenti iniziative:
- l’invio in data odierna all’autorità di gestione (dott.ssa Montesarchio) di una nota di rimostranza e richiesta di audizione;
- la presenza nell’area riservata dell’agenda 365 di un copioso VADEMECUM per contro dedurre nei confronti dell’amministrazione;
- la possibilità per i soci di avere una consulenza personalizzata facendo pervenire all’indirizzo mail puglia@dirigentiscuola.org segnalazioni di tali controlli di I livello.
“Siamo di fronte all’ennesima vessazione e molestia: l’amministrazione – dichiara il Presidente Attilio Fratta – invece di venire incontro alle legittime esigenze delle istituzioni scolastiche, ed apprezzare il fatto che in pieno periodo estivo si siano impegnate a spendere tutti i fondi comunitari, disquisisce su cavilli procedimentali senza nemmeno, tra l’altro, fornirne motivazioni. La finalità è consolidata: intimidire e creare dipendenza. Evidentemente qualcuno non ha ancora capito che la categoria non è più sola; che DIRIGENTISCUOLA non tollera molestie e vessazioni e che è pronta anche a proclamare lo stato di agitazione della categoria. Voglio augurarmi che l’On. Ministro prenda i necessari e doverosi provvedimenti insignendo di medaglie al valor civile i tanti dirigenti che, unitamente al personale docente, sacrificano la propria vita per la formazione delle future generazioni ”.