LA VALUTAZIONE AZZOPPATA

LA VALUTAZIONE AZZOPPATA

Al via la valutazione dei (soli) dirigenti scolastici.

Dal sito Miur:

“Le competenze gestionali e amministrative, la capacità di valorizzare il personale scolastico, lapprezzamento del loro operato da parte della comunità scolastica. Sono alcuni dei criteri in base ai quali, a partire da settembre, saranno valutarti i dirigenti scolastici.

– Dopo anni di attese, rinvii e sperimentazioni finalmente si parte. Con la Buona Scuola abbiamo messo i dirigenti scolastici al centro di un preciso progetto culturale che valorizza lautonomia scolastica. Abbiamo dato a quelli che una volta si chiamavano presidi più strumenti per poter lavorare e più responsabilità. Per questo è necessario attivare un sistema oggettivo e trasparente di valutazione del loro operato che preveda incentivi crescenti per chi raggiunge gli obiettivi di miglioramento della propria scuola –  spiega il Ministro Stefania Giannini -.

Quando firmeranno il loro contratto, in agosto, i dirigenti scolastici troveranno inseriti in questo documento gli obiettivi di miglioramento che saranno di tre tipi: ci saranno obiettivi generali individuati dal Ministero, obiettivi legati alle specificità del territorio individuati dagli USR e obiettivi specifici sulla scuola che deriveranno dal RAV (il Rapporto di autovalutazione) dellistituto che il dirigente dovrà guidare. Il RAV è il documento che dal 2015 le scuole compilano per darsi una ‘votosulle cose fatte e fissare le priorità di sviluppo per gli anni successivi.

Un apposito nucleo di esperti compilerà la valutazione dei dirigenti con un esito che potrà andare dal mancato raggiungimento degli obiettivi al completo raggiungimento che corrisponderà ad una valutazione ‘eccellente. Lesito della valutazione sarà utilizzato per la retribuzione di risultato dei dirigenti. La valutazione si svolgerà con cadenza annuale. In caso di valutazione negativa il dirigente sarà supportato dallUsr nel miglioramento del proprio lavoro. Sono previsti casi di non rinnovo del contratto presso la scuola affidata al dirigente solo in caso di responsabilità dirigenziali gravi, come già stabilito dal decreto legislativo 165 del 2001.

– La valutazione dei dirigenti ha come obiettivo principale – conclude il Ministro – la loro crescita professionale e, di conseguenza, il miglioramento della comunità scolastica in cui operano. È la prima volta che il nostro Paese affronta concretamente tale percorso che, secondo gli obiettivi di questo Governo, porterà ad una vera attuazione dellautonomia scolastica, per troppo tempo attesa e mai realizzata fino in fondo.”

      La valutazione dovrebbe rappresentare uno standard a tutti i livelli ed in ciascun comparto della Pubblica Amministrazione. Giusto valutare; giusto premiare; altrettanto giusto punire chi non fa il proprio dovere.

     Ma se il parametro di giudizio sono gli obiettivi dichiarati, si apre immediatamente un problema molto evidente: il Dirigente Scolastico viene valutato per primo, senza poter contare su importanti strumenti a disposizione per regolare il percorso di miglioramento del suo istituto di servizio.

      In un sistema che dichiara di “mettere al centro di un preciso progetto culturale” le figure apicali delle Istituzioni Scolastiche Autonome, si sarebbero dovute curare prima le indispensabili premesse:

qualità delle segreterie scolastiche; selezione – accertamento delle competenze –  del personale  in ingresso; formazione in servizio non da “proclami”; risorse economiche anche per incompetenze inerenti responsabilità dei dirigenti costretti a rispondere di inadempienze altrui; snellimento burocratico; qualità degli edifici scolastici; potere disciplinare totalmente in capo al “datore di lavoro”; ecc…

     E che dire delle retribuzioni …a gambero: aumentano le responsabilità e diminuisce la già inadeguata e vergognosa retribuzione.

     I Dirigenti Scolastici vogliono essere valutati. Vogliono contribuire ad una scuola statale di qualità, ma rivendicano a gran voce la necessità di poter contare su strumenti adeguati, attraverso un’ effettiva e completa applicazione del D.P.R. 275/1999.

     Si sta affrontando la questione della valutazione dei dirigenti della scuola, che non è da poco, con la solita intollerabile accelerazione…ed è facilmente prevedibile chi sarà il solito capro espiatorio!

    Certo, le abitudini consolidate, contratte con la accondiscendenza dei sindacati, è difficile rimuoverle.

    Già dal primo contratto è stata attivata la formula del “poi si vede”, reiterata in tutti i successivi CC.CC.NN.LL.

    Di contratti, che pongano ordine tra responsabilità da assumere con chiarezza, responsabilità che dipendono da altri, alle quali aggiungere le responsabilità mai abrogate dai vecchi contratti e vecchi si fa per dire, ed apprezzino tali responsabilità, di questo non si discute.

     Come dire che si incarica il dirigente ma gli si fa sapere molto dopo se subentrano modifiche al suo contratto, e si pretende di valutarlo con uno strumento di certezze ma già scaduto.       

     Si pretende di valutare la professionalità del dirigente fuori dalle logiche di un sistema, quello del confuso pianeta scuola, che continua 

  1. a ricondurlo alla vecchia idea di scuola e di funzione, lontana dall’essere “preside” pur se ancora la si definisce così proprio dalle forze politiche oltre che civili, segno che il profilo non è chiarito. E come potrebbe, se rincorre tempi scaduti per riaccendere equivoci e manca di contratto?
  2. A trattarne fuori da reti di responsabilità che non si esercitano, per quanto necessarie, lasciando il dirigente nel malinteso senso professionale che lo addita quale responsabile unico. Nemmeno se fosse amministratore unico!

    Le reti primarie di responsabilità, facile indicarle, sono quelle che sostengono l’indirizzo organizzativo-gestionale del servizio e dovrebbero partire da:

  1. chiari rapporti con gli obiettivi assegnati alle Direzioni Generali Regionali, USR,  sui quali le stesse dovrebbero rispondere ma dei quali nulla si sa;
  2. condivisioni codificate con Enti ed Istituzioni, preposti nel territorio a scelta dell’indirizzo programmatico politico-amministrativo cui il servizio delle scuole si è collegato, non solo per quanto riguarda strutture e strumenti, quanto più che mai per quanto riguarda la progettualità dell’istruzione-formazione e dell’inclusione della “qualità della formazione” nelle attività di sviluppo e crescita economica con conseguente ulteriore possibilità  di inserimento occupazionale.

     Questi due punti sono assolutamente collegabili alle scelte che un dirigente è chiamato a fare per gli utenti che usufruiscono del servizio scolastico.

      Si sta trattando una questione di principio e di merito ed una valutazione dell’intero sistema scolastico ma ci si muove come se il dirigente della scuola fosse il solo unico soggetto da valutare!

      “Finalmente”, recita la nota del MIUR, ma finalmente cosa?

     Con quale contratto? Quello che sarà sottoscritto ad agosto?  A quale tipo di contratto ci si riferisce? E se a quello inerente l’affidamento dell’incarico dobbiamo ipotizzare che ci si riferisce solo ai nuovi assunti e a coloro che saranno in scadenza di contratto? E, cosa ancora più sconcertante, senza il preventivo CCNL fermo al 2010?

      DIRIGENTISCUOLA pre-tende che le regole siano chiare perché è da lì che partiamo, non dallo stare a metà tra tolleranze ed urgenze.

       Il contratto, ed è bene ricordarlo, è un negozio giuridico, necessariamente bilaterale o plurilaterale,  avente di volta in volta la funzione di regolare un rapporto giuridico patrimoniale, stabilendo contenuti e incidendo su situazioni ed interessi delle parti, suscettibili pertanto di valutazioni economiche… non al ribasso ma sempre equamente misurate al lavoro.

     Affermare che nel contratto che “formeranno ad agosto i dirigenti sono già inseriti gli obiettivi”  può solo voler dire che non si hanno le idee chiare su cosa sia un contratto e non si conosce il CCNL nel quale si prevede che gli obiettivi si concordano …si contrattano, appunto!

     Dunque, oggi, a.s. 2016, nel momento in cui si discute di valutazione, dove troviamo tutti i requisiti richiesti per non considerare nullo

  1. quel rapporto generato da contratto,  stante l’art. 1418 del c.c.,
  2. e di conseguenza il ragionamento sulla valutazione ?

Insomma

  1.  sulla base di quali volontà delle parti e sottoscritte come,(consenso e forma)
  2.  per quale funzione economico sociale, (causa)
  3.  con  quali indicazioni di prestazioni
  1. possibili
  2. lecite
  3. determinate o determinabili,

andiamo a trattare prestazioni e compensi, valutazioni e risultati dell’operato della dirigenza della scuola?

 

 

 

 

 

 

Articoli correlati

Riconoscimento utente

Esegui il login per scaricare il materiale riservato