Chi parla tanto di pace è il primo a trasformare ogni iniziativa scolastica in un’occasione di feroce resa dei conti politica. Con il dirigente che, comunque vada, è sempre tra incudine e martello. DIRIGENTISCUOLA denuncia un inaccettabile clima da “caccia alle streghe”: ormai l’unica soluzione è incrociare le braccia e paralizzare ogni progetto.
“Se non ti occupi di politica, sarà la politica ad occuparsi di te” diceva il deputato statunitense Ralph Nader. Corretto: adesso però ci pare proprio che dalle parti delle nostre scuole stia, come dire, sfuggendo un po’ la mano.
I nostri figli non diventino oggetto di mercimonio politico
Perché un conto è la politica sana, quell’arte del buongoverno della polis che, dalla lezione degli antichi Greci, è transitata nei secoli fino all’esempio virtuoso dei primi Comuni italiani. Tutt’altro è il giochino delle strumentalizzazioni, sempre poco opportuno ma addirittura inquietante quando la “merce di scambio” sono i nostri figli. Qualche giorno fa dicemmo basta alle narrazioni “acrobatiche” che fanno di un incontro conoscitivo in presidenza una sfilata di carri armati nel cortile della scuola, di una sessione di team building un tentativo di militarizzazione delle giovani generazioni e di un progetto di orientamento (ebbene sì, esiste anche la carriera militare, e chi la sceglie si mette al servizio della Nazione e di tutti noi: dobbiamo force vergognarcene o rinnegarla?) un indottrinamento soldatesco.
Basta lettura politica delle iniziative scolastiche
Oggi siamo al secondo atto: DIRIGENTISCUOLA scolpisce senza se e senza ma il proprio deciso “no” a tutte le scomposte letture politiche di ogni iniziativa scolastica, che ormai immancabilmente finisce per mettere l’un contro l’altro armati (e poi parlano di pace) sindaci, governatori locali, consiglieri comunali, provinciali, regionali, assessori e mettici anche qualche docente, collaboratore o genitore in cerca di quella visibilità che, evidentemente, non riesce a guadagnarsi in altro modo. Con il DS sempre in mezzo tra incudine e martello. Lo vediamo tutti i giorni: ormai non si può più invitare nessuno, non si può più organizzare nulla perché tutto, giocoforza, può essere letto con occhiali colorati. E lo è. Adesso, addirittura, si rischiano ispezioni ministeriali per aver contattato importanti personaggi pubblici o esponenti di organizzazioni riconosciute a livello internazionale.
Un sindacato serio e indipendente deve dire basta, e tutelare l’azione dei dirigenti scolastici: non si può lavorare nel terrore di finire in prima pagina per un invito, il gioco comincia a non valere la candela. DIRIGENTISCUOLA lo ripete a chiare lettere.
Si rischia la paralisi
Anche perché il rischio più serio di questa escalation di strumentalizzazioni di bassa lega è quello della paralisi delle iniziative scolastiche, con il dirigente che, prima di organizzare qualsiasi attività anche costruttiva e significativa, si trova costretto non già – cosa doverosa – a valutarne le ricadute didattiche, ma addirittura a immaginare come i progetti in questione potrebbero essere astrattamente recepiti da ciascun componente della comunità, entrando letteralmente nelle sfumature di pensiero, spesso ideologizzate, di ogni genitore, nonno, zio, parente, cittadino, politico locale e chi più ne ha più ne metta. Un’incredibile emorragia di tempi e di energie che potrebbero essere dedicati a far funzionare bene le nostre scuole. E che non siamo più disposti a tollerare non tanto per noi, quanto per quell’efficienza ed efficacia formative che per legge siamo chiamati a perseguire.
E poi parlano di pace…
Così si rende la scuola una perenne arena di scontro politico e demonizzazione ideologica. E poi, ripetiamo, si parla di pace. Certo, come ogni individuo anche il dirigente scolastico ha le proprie idee e sensibilità, ma siamo pronti a scommettere che quando veste i panni del “leader educativo” e dell’amministratore pubblico il suo primo e unico pensiero è la formazione delle giovani generazioni. Di destra, di sinistra o di centro che sia, il dirigente capace soppesa e valuta il buono in tal senso di ogni progetto, iniziativa o invito, non procede mai all’inverso.
Libertà di insegnamento, vale anche per i DS
D’altra parte, perché non estendere anche ai DS le tutele costituzionali garantite dal tanto sbandierato concetto di “libertà di insegnamento”, storicamente opposto dai docenti (e anche questa è una stortura) alle presunte ingerenze dei dirigenti scolastici? Ebbene, sarebbe anche ora di dire a chiare lettere che non sono esclusivamente i docenti ad avere l’ “usufrutto” dell’articolo 33, ma anche i dirigenti scolastici nei loro orientamenti didattici ed educativi.
Per piacere, non parlateci di organi collegiali
Ma qui si aprirebbe un capitolo sterminato che, guarda caso, porterebbe a scoprire molti altarini sul “sacrario sindacale” degli organi collegiali, fortunatamente in via di ripensamento (speriamo radicale). A proposito: non parlateci qui di organi collegiali, diventati il paravento di ogni polemica politica e tirati fuori a orologeria dalla naftalina solo quando serve per mettere sulla graticola, ancora una volta, i dirigenti scolastici che hanno voglia di fare e non soltanto di stare a guardare e recepire (sotto la propria responsabilità, beninteso) decisioni di altri. Nella maggior parte delle scuole si fatica pietosamente a raggiungere il numero legale nei Consigli di Istituto e poi, guarda caso, eccoli diventare organi fondamentali e imprescindibili di partecipazione democratica. Diceva Totò: ma mi faccia il piacere!
Quel sottile confine fra la realtà e la fantasia
C’è un confine tra la verità e la frottola. I carri armati in prima pagina aiutano (forse) a vendere di più, ammesso che l’attuale crisi in cui da anni sono precipitati i giornali abbia qualcosa di reversibile: il problema è che quando li si accosta alle scuole si fa un’operazione tendenziosa perché in nessuna scuola è mai entrato un carro armato. E i giornali che hanno la faccia tosta di rispondere (perché anche questo è avvenuto), a fronte dell’ennesima richiesta di chiarimento e rettifica di DIRIGENTISCUOLA, che l’articolo contestato “da – sic, senza accento, matita blu al noto Quotidiano che per un Fatto di delicatezza non citiamo – correttamente conto del contenuto … nel pieno rispetto quindi del diritto di cronaca e di critica, nonché della completezza dell’informazione”, quando la foto a corredo era quella di un carro armato a scuola, beh, forse un esamino di coscienza sui messaggi che stanno dando ai giovani se lo dovrebbero fare. L’unica (magra) consolazione è che questi giovani non li leggono più ormai da tempo.
Incrociamo le braccia!
E allora, eccoci con una proposta provocatoria ma non troppo. Quella dello sciopero bianco o, visto che siamo in tema, del “coprifuoco”: finché non finisce questo assurdo clima da caccia alle streghe, i dirigenti scolastici non facciano più nulla e non autorizzino alcuna iniziativa, perché di questo passo tutto, ma davvero tutto, può prestarsi a letture tendenziose, distorsive o strumentali. E poi a metterci la faccia è sempre il dirigente scolastico.
Gentili colleghi, incrociamo le braccia. Non scontenteremo nessuno e non rischieremo più nulla noi: più win win di così!