Come le nostre puntuali informative hanno più volte segnalato, negli ultimi mesi stiamo assistendo a una recrudescenza degli attacchi a singoli dirigenti scolastici, spesso – ma non esclusivamente – fomentati dall’interno delle Istituzioni scolastiche da parte di personale dipendente fortemente sindacalizzato, emissario di fatto di più alti esponenti sindacali che in sede regionale/locale fanno il bello e il cattivo tempo, tirando quando serve la giacchetta (con successo) ai dirigenti degli ATP e degli USR, i quali assumono in questi casi atteggiamenti spesso poco autorevoli e scarsamente istituzionali.
La sistematicità degli attacchi sta oramai raggiungendo livelli insostenibili, come nel recente caso della DS del liceo Montessori di Roma, sulla cui vicenda tanto abbiamo scritto nelle ultime settimane, evidenziando la sempre più preoccupante acquiescente riverenza che i Direttori generali degli USR mostrano di avere verso i sindacati ideologizzati che attaccano i DS.
La solitudine dei dirigenti scolastici è cosa tristemente nota alla categoria, che la vive quotidianamente sulla propria pelle.
A beneficio di una spesso distratta pubblica opinione i sindacati ideologizzati “vendono” questo isolamento come autoprodotto dagli stessi dirigenti scolastici, che non rispetterebbero – ad esempio – le prerogative degli Organi collegiali della scuola, la cui crisi come sappiamo è invece – con il mondo che cambia – in re ipsa.
Testimonianza lampante che sia la mera ideologia a guidare l’operato di tali soggetti, per i quali il muro di Berlino non è mai caduto, ce la restituisce il distruttivo tentativo da noi già denunciato (per ora fallito) di affossare la riforma degli Organi collegiali, di cui anche una ex segretaria generale nazionale della Cgil – che oggi siede in Parlamento come senatrice della Repubblica – si è resa, unitamente ad altri, personalmente protagonista, cercando invano di cancellare quanto previsto dalla legge delega in corso di trattazione in Parlamento in tema di riforma degli Organi collegiali, che all’articolo 15 comma 1 lettera e) testualmente prevede: “fermo restando il principio dell’autonomia scolastica, revisione della disciplina degli organi collegiali della scuola, in modo da definirne competenze e responsabilità, eliminando duplicazioni e sovrapposizioni di funzioni, nonché ridefinendone il rapporto con il ruolo, le competenze e le responsabilità dei dirigenti scolastici, come disciplinati dalla normativa vigente”.
Si comprenda bene: si è tentato di cancellare l’intera lettera e)! Quindi con assenza totale di proposte alternative – e sperabilmente costruttive – da portare in discussione!
Oggi tutto è chiaro.
Vi è una strategia – pensata e sistematica – per isolare i dirigenti scolastici, rendendo loro impossibile il governo delle Istituzioni scolastiche. Sempre più impossibile, anche alla luce dei repentini mutamenti sociali del nostro tempo. Questa strategia è portata avanti, con modalità differenti ma con i medesimi obiettivi, nei corridoi di Camera e Senato come in quelli delle scuole!
Le letture di parte, offerte alla pubblica opinione dalla stampa e dai campioni del massimalismo, tinteggiano sovente un quadro di “soprusi” da parte dei dirigenti scolastici a danno delle attribuzioni degli Organi collegiali: tale approccio conserva una visione manichea del funzionamento delle Istituzioni scolastiche, le quali – invece – proprio grazie alla forza propulsiva da parte dei dirigenti scolastici riescono ad adattarsi al meglio ai veloci mutamenti dell’oggi.
È ormai necessario e urgente riconoscere l’esistenza di un conflitto su più fronti all’interno del sistema scolastico: da un lato, i poteri degli Organi collegiali, ancora regolati da norme datate e ormai inadatte alla realtà attuale; dall’altro, le prerogative e gli obiettivi affidati dalla legge ai dirigenti scolastici, che spesso entrano in collisione con le competenze di quegli stessi organi. Ma le tensioni non si fermano qui: emergono contrasti anche tra le varie componenti interne degli stessi Organi collegiali, nonché tra organi diversi, i cui ambiti di competenza si sovrappongono o si contendono ruoli decisionali.
Ed è altrettanto urgente procedere con le riforme. Anche perché – in ogni caso – non si potranno fare riforme per andare avanti con la testa rivolta verso il passato, come vorrebbero i tanti nostalgici della scuola dei diritti dei lavoratori prima di quelli dei discenti in formazione.
“È ora – conclude il Presidente Fratta – che la categoria comprenda che il proprio futuro è solo nelle proprie mani! Solo DIRIGENTISCUOLA è in grado di difendere i DS, se necessario in modo eclatante e incisivo come fatto in Veneto qualche mese fa oppure con i tanti interventi di successo presso gli USR d’Italia realizzati in via riservata! Se si vuole un futuro diverso, che riconosca ruolo, prerogative e retribuzione adeguati, è il momento di unirsi a DIRIGENTISCUOLA! Serve solo consapevolezza, non coraggio.”