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DIRIGENTISCUOLA, AL VIA A COSENZA IL CONSIGLIO NAZIONALE – VERSO LO STATO DI AGITAZIONE

DIRIGENTISCUOLA, AL VIA A COSENZA IL CONSIGLIO NAZIONALE – VERSO LO STATO DI AGITAZIONE

Fratta: “Troppe mancate risposte, Ministero impermeabile al confronto. La misura è colma”

 

 

Rende (CS), 27 settembre 2025 Al via oggi, nella cornice dell’Hotel S. Francesco di Rende (Cosenza), la “due giorni” del Consiglio Nazionale  DIRIGENTISCUOLA. Un appuntamento importante che in quest’occasione si carica di un significato decisivo: fra i tanti temi di discussione, infatti, si parlerà di quali azioni intraprendere nell’ottica dell’annunciata mobilitazione della categoria già anticipata dall’Associazione nelle scorse settimane a fronte delle mancate risposte e del perdurante atteggiamento di impermeabilità del Ministero su una serie di questioni urgenti e di primaria rilevanza per la dirigenza scolastica e per la qualità del sistema scolastico in generale.

 

Sono diverse le questioni su cui attendiamo da tempo risposte concrete – anticipa il presidente nazionale Attilio Fratta -. Nonostante le continue rassicurazioni e promesse di ascolto, il Ministro non accenna a sciogliere molti nodi che ormai cronicamente mettono in ginocchio la categoria: dal PNRR al relativo carico burocratico, dal reclutamento al fenomeno delle reggenze, dall’annosa questione della perequazione fino al raggiungimento di uno status di “vera” dirigenza pubblica che passa da una valutazione seria e collegata  alla retribuzione di risultato per cui non si vedono ancora stanziati i fondi relativi a pochi giorni dall’inizio dell’iter per la Legge di Bilancio. Ancora:  sicurezza e condizioni di lavoro, rapporti con gli Uffici Scolastici Regionali, relazioni sindacali e correttezza istituzionale, visto che si è ormai consolidata la malaprassi di agire senza dare neppure un minimo di informazione preventiva alle parti. Siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione della categoria, come previsto dalla normativa vigente, e preannunciamo forti azioni di protesta. La misura è colma: ora tocca alla mobilitazione dare voce a una categoria che non intende più tollerare inerzie, promesse vuote e risposte mancate.

 

 

 

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