Nella giornata di ieri, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, si è tenuto un incontro relativo alla contrattazione per la definizione del CIN sull’utilizzo del Fondo Unico Nazionale per l’anno scolastico 2024/2025. I lavori erano stati sospesi lo scorso 3 settembre, a causa di profonde divergenze tra le parti, già evidenziate nel comunicato precedente.
Nel corso dell’incontro, DIRIGENTISCUOLA ha ribadito con fermezza la propria contrarietà alla sottoscrizione dell’ipotesi di CIN così come proposta dall’Amministrazione, qualora fosse mantenuto invariato l’art. 7, comma 5, nella parte in cui si prevede quanto segue:
“A parità di valutazione, si applica il criterio della maggior percentuale di impegno delle risorse finanziarie, alla data del 31 agosto, nei termini indicati dai DDMM di assegnazione, nell’ambito dei progetti PNRR.”
Al fine di favorire una ripresa del confronto in un clima costruttivo e orientato al raggiungimento di una soluzione condivisa, DIRIGENTISCUOLA aveva trasmesso in data 10 settembre una proposta alternativa, finalizzata alla revisione dei criteri di priorità per l’assegnazione della maggiorazione della retribuzione di risultato. Tali proposte si ispirano a criteri già positivamente valutati dagli organi di controllo e adottati in analoghi contesti contrattuali per i dirigenti di seconda fascia dell’Area Funzioni Centrali. Esse risultano conformi alla normativa vigente e orientate a criteri di equità e trasparenza.
La discussione si è tuttavia concentrata su due aspetti centrali: l’introduzione del criterio legato al PNRR e alle FASCE di complessità. Su entrambi i punti, la posizione di DIRIGENTISCUOLA è rimasta critica e distante da quella espressa dall’Amministrazione e da alcune organizzazioni sindacali.
Durante un dibattito articolato, caratterizzato da numerose sospensioni e momenti di intensa interlocuzione, ha ribadito con decisione la propria contrarietà all’inserimento del criterio PNRR, considerato inadeguato a rappresentare parametri oggettivi e coerenti di merito. Per senso di responsabilità istituzionale e in considerazione delle esigenze della categoria, ha tuttavia accettato, in via eccezionale per l’anno scolastico in corso, di convenire sulla definizione delle fasce di complessità, a condizione che l’Amministrazione mantenesse l’impegno, già assunto in precedenza, di procedere a una revisione complessiva dei criteri attualmente in vigore.
Quando sembrava possibile giungere a un’intesa, l’Amministrazione ha improvvisamente riformulato la proposta, reintroducendo il criterio PNRR come secondo parametro di precedenza, in una manovra che, nella sua evidenza, ha suscitato forti perplessità. Un cambio di rotta, frutto di una logica che potremmo definire di mediazione apparente, finalizzata unicamente ad accontentare tutte le parti.
La seduta si è conclusa con la presentazione di un’ultima proposta, che rappresenta una sintesi tra le diverse posizioni, e prevede i seguenti criteri di priorità, applicati su base nazionale, in caso di parità di valutazione:
1.Maggiore fascia di complessità, partendo dal punteggio più alto;
In subordine, a parità del criterio precedente:
2. Maggior percentuale di utilizzo delle risorse finanziarie alla data del 31 agosto, nei termini stabiliti dai DDMM, nell’ambito dei progetti PNRR;
3. Maggiore anzianità di servizio complessivo come dirigente scolastico;
4.Maggiore anzianità anagrafica.
Appare evidente che, nonostante le riserve espresse, il criterio PNRR è stato comunque inserito, mantenendo un ruolo, tutt’altro che secondario, nella definizione delle priorità per la maggiorazione della retribuzione di risultato. Si tratta di una posizione da tempo sostenuta da una sigla sindacale e avallata dall’Amministrazione, nella convinzione, assai discutibile, che il merito si misuri sulla base dell’impegno nei progetti PNRR. È necessario che la categoria prenda piena consapevolezza di questa visione e delle sue implicazioni presenti e future, a cui DIRIGENTISCUOLA oppone il suo forte dissenso.
Per il resto, non possiamo che rilevare come la seduta sia stata estenuante e macchinosa, pur nel tentativo dichiarato di perseguire obiettivi chiari: ricomporre interessi sindacali tra loro divergenti, senza però fornire risposte concrete alle legittime aspettative dei dirigenti scolastici.
Dispiace constatare come si continui a proporre una visione alterata del merito, strettamente legata alla logica del PNRR e delle FASCE e come una parte della categoria persista nel riporre fiducia in sigle sindacali che hanno avallato tale impianto, così come in chi sostiene che la valutazione dei dirigenti scolastici debba fondarsi su logiche di spesa, piuttosto che su parametri oggettivi legati alla professionalità e alla performance organizzativa.
Ancora più sconcertante è assistere al sistematico stravolgimento della realtà, accompagnato da dichiarazioni pubbliche in cui, spesso in palese contraddizione con quanto sostenuto nei tavoli negoziali, si attribuiscono meriti non propri. Un atteggiamento che, va detto, non è una novità per una specifica sigla sindacale e che richiede, questo sì, una notevole dose di spregiudicatezza- qualità che, per onestà intellettuale, le riconosciamo.
In questo contesto, più che a una trattativa trasparente, abbiamo assistito a un abile gioco di illusionismo, dove la sostanza è stata sostituita da una manipolazione degli equilibri, neanche troppo raffinata.
A breve renderemo pubblica la nota che trasmetteremo al MIM, con la quale chiariremo le ragioni di una scelta che non rappresenta solo un atto di coerenza, ma soprattutto una ferma assunzione di responsabilità a tutela degli interessi della categoria. In essa denunceremo senza ambiguità la condizione di estrema complessità in cui si trovano oggi i dirigenti scolastici, stretti nella morsa delle criticità legate all’attuazione del PNRR . Una situazione di cui, evidentemente, né il MIM né, purtroppo, le altre organizzazioni sindacali hanno piena consapevolezza, se hanno potuto avallare un meccanismo tanto distorto da farlo rientrare persino nella valutazione del merito dei dirigenti scolastici.