Nella giornata del 3 giugno, alla Camera dei deputati, è stata posta dal Governo la questione di fiducia per l’approvazione dell’articolo unico del DDL di conversione del DL 45/2025 nell’identico testo approvato dal Senato. La fiducia è stata accordata.
DIRIGENTISCUOLA, durante l’iter di conversione, è più volte intervenuta nel merito del provvedimento, da ultimo diradando il fumo negli occhi della categoria che un emendamento rivendicato da una sigla sindacale aveva diffuso, chiarendone la limitatissima ricaduta sulla reale retribuzione dei DS e il ben diverso e documentato impegno di DIRIGENTISCUOLA per la perequazione retributiva; ha poi proposto l’approvazione di uno specifico emendamento volto a garantire la presenza di un dirigente scolastico in ogni scuola, attraverso il quale – qualora fosse stato approvato – si sarebbero potute vedere realizzate le legittime aspettative degli aspiranti DS con un incarico sui posti disponibili per un anno, aspettative altrimenti destinate a essere soddisfatte in tempi ben più lunghi con un incarico a tempo indeterminato.
Siamo poi intervenuti, subito dopo l’inizio dell’iter di conversione, sulla riforma degli Istituti tecnici, che vedrà i propri effetti dall’anno scolastico 2026/2027 a seguito dell’emanazione di apposito regolamento, da adottare su proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito di concerto con il Ministro dell’Economia, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata Stato-Regioni.
Abbiamo infine ritenuto di dare particolare rilievo a quanto deciso in materia di funzionamento degli istituti paritari, salutando con estremo favore l’intervento contro i cosiddetti diplomifici, sottolineando l’impegno del Ministro Valditara contro le illegalità e per la qualità della scuola italiana, storiche battaglie di DIRIGENTISCUOLA.
Constatiamo con amarezza – conclude il Presidente Fratta – che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ovvero che si predica bene e si razzola male. Ogni giorno, in ogni convegno o dibattito si denuncia la crisi istituzionale, l’abbassamento dei livelli di istruzione e formazione ma non si prendono i provvedimenti necessari. Quante volte abbiamo sentito lo slogan UNA SCUOLA UN DIRIGENTE? Negli anni, però l’organico dei dirigenti è stato più che dimezzato (da circa 18.000 agli attuali 7.500). Ogni scuola aveva un dirigente o un preside incaricato, poi è stato inventato il dimensionamento e molte scuole sono state dichiarate sottodimensionate; l’istituto dell’incarico è stato soppresso; tutte le scuole sottodimensionate e/o prive di dirigente, ovvero le cosiddette sedi nominali, sono state date in reggenza …a spese del FUN: con i fondi dei dirigenti si pagano le reggenze. Una delle tante anomalie del mondo scuola. Bingo per le casse dello Stato! In alcuni anni sono state assegnate anche oltre 1.000 reggenze. Da due anni abbiamo chiesto il ripristino dell’incarico di dirigenza o qualsivoglia altro istituto per assicurare un dirigente ad ogni scuola. Anche il Ministro era d’accordo ma di fronte a “qual è la spesa?” l’esigenza è scomparsa. L’emendamento proposto da DIRIGENTISCUOLA aveva un costo che lo Stato evidentemente non può permettersi. Almeno siamo coerenti. Aveva ragione Louis Althusser: la scuola è un apparato ideologico di Stato! E’ sempre e solo questione di scelte: si può scegliere di buttare all’aria 800 milioni di euro in Albania ma non si trovano pochissimi milioni per assicurare un dirigente ad ogni scuola.”