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ANCHE IL MIM HA LA SUA “VENEZI”: MA QUANDO CAMBIERÀ LA MUSICA?

ANCHE IL MIM HA LA SUA “VENEZI”: MA QUANDO CAMBIERÀ LA MUSICA?

 

La storia è sempre quella: ci sono posti dove non basta essere “bravi”, ma è richiesto quel po’ di spessore in più che ti rende incontestabile, autorevole, credibile e non ricattabile dal primo violino di turno. Non vale solo sulla scena artistica e culturale, ma anche – diremmo a maggior ragione – quando si amministra la cosa pubblica.

 

Ebbene, anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha la sua Beatrice Venezi: si chiama Anna Paola Sabatini, nata a Chieti nel 1979 e da due anni a capo dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, quello – per intenderci – che sovrintende a tutte le istituzioni scolastiche all’ombra del Colosseo e nelle altre quattro province laziali.

 

Organizzato in 10 uffici di direzione non generale (5 territoriali e 5 amministrativi) più un corpo ispettivo, conta oltre 700 Istituzioni scolastiche autonome e 3500 sedi effettive, per un totale di poco meno di 700mila studenti – un decimo del totale della popolazione studentesca nazionale – di cui circa 500mila concentrati nella Capitale. Dopo Lombardia, Campania e Sicilia, parliamo dell’USR più popoloso d’Italia, oltre ad essere, come è comprensibile, uno dei più cruciali politicamente.

 

Parliamo insomma di una “Fenice” della scuola italiana: un palcoscenico dove non puoi salire se, oltre alle “medaglie” (d’oro o di latta) che costellano il tuo curriculum non sei più che credibile e autorevole. E pare proprio che chi in questo momento stringe la bacchetta in mano non spicchi per credibilità, vista la mole di segnalazioni di amministrativi, funzionari degli uffici e dirigenti scolastici attivi sul territorio. Al contrario, l’impressione è che ciascuno suoni un po’ la musica che vuole, e che tra un contentino a destra (vedasi l’interrogazione parlamentare…) e una bacchettata a manca il “sistema Sabatini” si regga più su favori “avvelenati” e mezze vendette personali che sulla vera autorevolezza del “capo”.

 

Maestra di scuola dell’infanzia con formazione educativo-pedagogica, dopo pochi anni di dirigenza scolastica senza disporre di alcuna base amministrativo-gestionale viene misteriosamente cooptata, nel 2015 alla dirigenza dell’Usr Molise, in un momento in cui ai dirigenti scolastici – e non, si badi, amministrativi – senza santi in paradiso non viene nemmeno permesso di rispondere a un interpello per incarico temporaneo da ispettore: il cv dell’epoca, che si trova ancora online, sarebbe scarno perfino per dirigere una scuola capofila di rete. Dopo aver collezionato una serie di “medaglie” per “forza di gravità di incarico”, a dire il vero dal sapore più politico che tecnico-manageriale (d’altra parte quando ti trovi in certe posizioni è automatico e inevitabile acquisire cammei, partecipazioni, nomine in cdm e quant’altro, che sembrano addirittura troppo scarni in relazione alle posizioni ricoperte). Una manciata di insegnamenti a contratto presso un paio atenei (cosa che non si nega nemmeno a un bravo docente di scuola superiore) coronano un cv senza dubbio degno di attenzione per un interpello da dirigente tecnico a scadenza, ma non certo per dirigere l’USR più importante d’Italia o quasi.

 

Il vero capolavoro arriva infatti un paio di anni fa, quando la dott.ssa Sabatini, nel frattempo reduce dalla stesura di alcuni articoli su riviste di settore e dall’avventura di Expo 2015, per cui si è distinta in seno al Comitato tecnico scientifico per l’educazione alimentare scolastica dell’allora Miur, in virtù del “suo bagaglio culturale e professionale completo e poliedrico (sic) in grado di condurre una struttura complessa e dalle peculiari criticità” (così nel dpcm di conferimento dell’incarico firmato dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo su delega della Presidente CM), la spunta su altri 4 candidati ritenuti potenzialmente idonei, anche in virtù del contenuto (che deve essere risultato piuttosto convincente) della “nota n. 90657 in data 28 giugno 2023, con la quale il Ministro  dell’istruzione e del merito ha formulato una ampia e motivata proposta di  attribuzione dell’incarico di funzione dirigenziale di livello generale di  direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Lazio alla dott.ssa Anna  Paola SABATINI, proposta in cui si ripercorre nel dettaglio il suo percorso professionale, considerando, pertanto, la stessa come figura più idonea a  ricoprire l’incarico, in ragione dell’approfondita conoscenza del sistema  scolastico maturata alla guida di strutture amministrative del Ministero  dell’istruzione e del merito e della profonda e consolidata conoscenza della  realtà scolastica”. Ricordiamo sempre che siamo in un contesto in cui tali incarichi vengono negati perfino a dirigenti amministrativi e tecnici (provveditori e ispettori, per intenderci), e finanche a direttori generali di ruolo con formazione specifica anche presso la SdA – Scuola dell’Amministrazione – con esperienza di amministrazione pluriventennale. Ma c’è di più: non si parlava di una sede libera e vacante, macché. Per fare spazio alla neo direttrice generale fu allontanato, per la sola “colpa” dell’eccesso di zelo di aver dato tempestivamente disposizione di applicare una norma esistente e in vigore sulla rotazione degli incarichi dirigenziali, l’allora direttore Rocco Pinneri, oggi vice capo gabinetto del Ministero per la Disabilità, unanimemente riconosciuto come uno fra i dirigenti più autorevoli (e meritevoli) del Ministero… del Merito. Con tutto il rispetto, sarebbe come rimuovere, come dire, un Pappano o uno Chailly per aver diretto la Corale di Beethoven con le note eccessivamente al loro posto per fare posto al brivido dell’incertezza.

 

Sennonché il pasticcio era fatto, e a seguito dell’interpello di cui al decreto dipartimentale 22 del 20 marzo 2023, il 24 luglio su quel podio prestigioso è salita chi sappiamo. Almeno, chiosiamo noi, si fosse dimostrata rispettosa del prestigio dell’incarico e delle relazioni – anche sindacali – che il medesimo comporta. Macché, il problema di queste situazioni, oltre ai soldi pubblici spesi a favore di figure che con ogni probabilità non rappresentano la migliore scelta possibile (e forse nemmeno una delle), sono gli effetti concreti che ne derivano: da un lato orchestrali che si ribellano, orchestre che non danno il meglio, spettatori che disdicono gli abbonamenti; dall’altro, peggio, soldi pubblici spesi in contenziosi infiniti, malessere negli uffici, dirigenti scolastici inascoltati, interessi di pochi anteposti al benessere di tutti, scelta arbitrarie che rispondono più a logiche particolaristiche che di buon andamento della cosa comune. D’altra parte non si può dirigere con sicurezza quando per primi non siamo sicuri di conoscere la musica.

 

Peraltro, tornando in quel di viale Trastevere, al predetto interpello potevano rispondere “i dirigenti di prima e di seconda fascia appartenenti ai ruoli del Ministero dell’istruzione e del merito oppure appartenenti al ruolo di una delle altre amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001 ovvero di organi costituzionali, anche per il conferimento ai sensi del comma 5-bis dell’articolo 19 del medesimo decreto legislativo n. 165/2001”.

 

Ora, vogliamo davvero credere che per un posto da “Fenice” del Mim non abbia risposto nessuno di maggiormente qualificato, tenuto conto che all’epoca la prescelta era dirigente scolastico titolare di incarico di funzione dirigenziale di livello non generale nell’ambito del Ministero dell’istruzione e del merito Ufficio I nell’ambito dell’Usr per il Molise, incarico che viene prontamente revocato – con decreto 1227 del 10 luglio 2023 (due settimane prima del suo annunciato arrivo a Roma), quindi in sostanza trattavasi di “dirigente scolastica” con incarico – si badi, non qualifica di ruolo – di dirigente amministrativo di II fascia? Mah.

 

Per tagliare corto, l’impressione è che qui le stranezze inizino ad essere troppe e troppo macroscopiche perché DirigentiScuola, in veste di associazione di cittadini e professionisti che credono nel merito prima ancora che come organizzazione sindacale, le possa supinamente accettare. Vogliamo fare chiarezza, per il bene non solo della categoria, ma della scuola e, in generale, del sistema-Paese. E’ ora di spezzare la catena del silenzio omertoso. Abbiamo il diritto di sapere e lo facciamo con una richiesta di accesso civico.

 

Dunque, signor Ministro, la palla ora passa a lei, e non può più sottrarsi: cosa aspetta a verificare, qualora ce ne fosse ancora bisogna, e a sollevarla dall’incarico? O vogliamo replicare la ben più nota vicenda lagunare fino ai suoi disarmanti esiti, con il suo collega Giuli che, messo di fronte a un’intera comunità in palese dissenso, non ha trovato di meglio che rispondere con un grottesco “farà innamorare gli orchestrali”? Anche le teste iniziano a cadere al Ministero della cultura!  Coraggio signor Ministro nella vita si può anche sbagliare ma non perseverare: errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

 

 

 

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