DIRIGENTISCUOLA scrive al direttore de La Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani
Roma, 11 settembre 2025 – I media specializzati, a maggior ragione quando si parla di un servizio pubblico come l’istruzione e la formazione, dovrebbero rappresentare porti sicuri, presìdi di pluralismo e narratori di quella storia corale e democratica che è – fortunatamente – la scuola italiana.
Troppo spesso accade però che, per ragioni che non è questa la sede di approfondire, si “adagino” e finiscano per dare voce sempre agli stessi personaggi, assomigliando sempre più a house organ del protagonista di turno, dai contenuti più “redazionali” che veramente informativi.
Accade così che ancora una volta una testata come La Tecnica della Scuola, nell’ospitare il “parere dei presidi” sul DL 127/25 e in particolare sulla nuova maturità, esca il 10 settembre con un articolo di 5850 battute intitolato “Riforma maturità 2026, bocciatura senza orale, commissioni e formazione: il parere dei presidi”. Il problema è che per quasi 6mila caratteri (un rigaggio che, per intenderci, rappresenta il doppio di un articolo di apertura di un normale quotidiano!), questo “parere dei presidi” viene ricondotto al monologo di un’esponente di un’unica sigla sindacale, incoronata così per l’ennesima volta come portatrice di un pensiero monolitico e monopolistico, unica depositaria del punto di vista di 7500 dirigenti scolastici italiani. Alla faccia della democrazia!
No, non possiamo starci. A fronte a una tanto evidente distorsione della realtà e, soprattutto, appiattimento della pluralità di voci che compongono il caleidoscopico universo scolastico (anche a livello apicale), DIRIGENTISCUOLA ha deciso di indirizzare una lettera aperta al direttore responsabile della testata Alessandro Giuliani, e così è pronta a fare con tutti gli altri media che, per disinformazione, superficialità o, peggio, malafede informativa, ricondurranno l’opinione di un’intera e variegata categoria a quella di una sola sigla che, nella fattispecie, fin dal 2012 pur conservando l’acronimo originario non rappresenta più esclusivamente la categoria dei dirigenti scolastici bensì l’intera dirigenza pubblica.
“Come dirigenti pubblici – si legge nella lettera sottoscritta dal Presidente Attilio Fratta – siamo i primi ad essere pienamente consapevoli che la libertà di stampa è indiscutibile, costituzionalmente presidiata e ogni organo di comunicazione mediatica ha il pieno diritto di interloquire con chi desidera e predilige, per diverse ragioni che non ci è dato conoscere e nel caso di specie neppure proviamo a ipotizzare. Non possiamo accettare tuttavia, se non altro per completezza e correttezza di informazione, che la “voce dei presidi” venga superficialmente ridotta a quella di un’unica sigla che, pur professandosi ripetutamente maggioritaria, non rappresenta la pluralità e la complessità del pensiero di una platea diversificata e articolata”.
E ancora:
“Il nostro auspicio è che testate che continuano a professarsi pluraliste e democratiche abbiano occasione di testimoniare nei fatti tale richiamata filosofia editoriale, assicurando il giusto spazio alle numerose voci che compongono il variegato universo scolastico (anche a livello apicale), e senza prestare il fianco – foss’anche per comodità o inerzia giornalistica – a un malcelato monopolio informativo che, semmai ne abbia avuta, da tempo non ha più alcuna ragione d’essere”.
Crediamo fortemente che l’equità informativa, specie laddove i canali mediatici sono in numero ridotto – come nel settore della scuola – passi anche attraverso il rispetto di una deontologia professionale troppo spesso dimenticata.
Ma vogliamo essere ancora più pratici. Nel mondo del digitale, dove ogni contatto è ormai incredibilmente semplice e agevole, alzare un telefono o scrivere un messaggio per raccogliere più voci e più opinioni dovrebbe essere l’abc di ogni professionista dell’informazione che si rispetti. A meno che non vi siano precise ragioni – a noi non note – per non farlo.
Gent.mo direttore Giuliani,….ancora una volta, e non senza rammarico,