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LA VOLPE E L’UVA E LA PIFFERAIA MAGICA. STORIE DI VITA SINDACALE E POLITICA

LA VOLPE E L’UVA E LA PIFFERAIA MAGICA. STORIE DI VITA SINDACALE E POLITICA

 

Ci sono tanti modi per definire chi si prende meriti che non ha, basta cercare sul vocabolario alla voce impostore”, “usurpatore… Si tratta certo di persone colpite dal boomerang che avevano lanciato nella speranza di colpire altri e che ogni giorno si rodono nel tentativo di trovare il modo per ritagliarsi un piccolo momento di “ visibilità mediatica”.

La premessa ha lo scopo, ancora una volta,  di aprire gli occhi alla categoria in modo che sappia distinguere i millantatori da coloro che giorno dopo giorno lavorano e dimostrano coi fatti l’interesse per la categoria che rappresentano, che non raccontano frottole e gridano la verità anche quando è scomoda o rischia di essere impopolare.

Prendiamo ad esempio alcuni dei problemi più scottanti del momento, ossia la mobilità dei dirigenti con particolare riferimento a quella interregionale, le immissioni in ruolo dei vincitori dei concorsi ordinario e riservato, il prossimo avvio dell’anno scolastico che, come denunciato da DIRIGENTISCUOLA, si profila lontano dall’obiettivo più volte invocato al grido “ Una scuola una dirigenza!”

Si tratta di problematiche strettamente interconnesse che da anni affliggono il sistema scolastico con riferimento alla dirigenza e non accennano a risolversi nonostante, dal nulla, vengano fuori “ salvatori e salvatrici” capaci di incantare come “ pifferai magici” coloro che si aggrappano a qualsiasi speranza proprio perché disperati.

Si è, ad esempio, inneggiato al grande risultato del 100% dei posti alla mobilità regionale, salvo rendersi conto dopo che il 100% aveva una condizione: fatti salvi i posti banditi per il concorso ordinario. Piccola postilla che, però, portando a zero il numero dei posti disponibili per la mobilità interregionale in quasi tutte le regioni, ha frantumato le speranze di chi si era lasciato incantare dalle fantasie di coloro che, addirittura, avevano ipotizzato “ un piano di rientro”!

Se fosse bastato un piano, di certo sarebbero già tutti rientrati nella regione di provenienza!

Purtroppo nel mondo sindacale come in quello della politica ci sono soggetti che per avere piccoli momenti di visibilità, sfruttano i bisogni e la disperazione. Al mancato risultato, poi cercano di attribuire ad altri la responsabilità nel tentativo di apparire come “ eroi incompresi” e fare proseliti.

Ma non è finita qui!

Troviamo anche coloro che non avendo raggiunto obiettivi che credevano facili ed a portata di mano, come se tutti i colleghi fossero così poco intelligenti da cadere nella rete, per uscirne in qualche modo meno frustrati ricorrono alla favola de  “La volpe e l’uva” . Esopo  ci insegna come chi non potendo arrivare ad un obiettivo preferisca, anziché ammetterlo, mistificare la realtà affermando che tanto è inutile. Nel mondo sindacale il comportamento della volpe è assimilabile a quanti affermano l’inutilità di essere rappresentativi ai fini delle rivendicazioni di categoria!

Nulla di più falso! In democrazia servono i numeri. È per questo che il mancato raggiungimento di obiettivi sacrosanti per la dirigenza scolastica va addebitato tutto alla responsabilità di chi ha sempre avuto i numeri ma non ha mai fatto abbastanza o peggio è stato acquiescente al sistema.

DIRIGENTISCUOLA come noto, non ha bisogno di ricorrere a mistificazioni, non incanta nessuno, lotta seriamente e da anni per raggiungere obiettivi che certamente farebbero vivere meglio un lavoro già di per sé complesso come quello del dirigente scolastico.

Basta scorrere le pagine del sito per avere la prova di quanto affermato.

Se l’Amministrazione, avesse solo preso in considerazione la proposta che DIRIGENTISCUOLA fece all’atto della nomina dei vincitori del concorso ordinario del 2017, dando la possibilità ai vincitori di scegliere una o max due regioni ed eventualmente rimanere in graduatoria per essere nominati dopo, oggi non avremmo assistito a vere scene di disperazione che hanno portato molti a rinunciare all’incarico per tornare al ruolo di provenienza.

E infine, a chi oggi, mistificando la realtà, volesse rivendicare la paternità della lotta per avere  un dirigente titolare su ogni scuola, consigliamo semplicemente di leggere, senza andare ancora più lontano, cosa DIRIGENTISCUOLA scriveva già nel luglio 2023.

https://www.dirigentiscuola.org/una-scuola-un-dirigente-e-un-dsga-lettera-aperta-al-ministro-dellistruzione-e-del-merito/

La differenza tra chi dice la verità e chi mente è affidata al tempo che è sempre galantuomo e prima o poi butta giù tutte le MASCHERE!

 

Prima dell’intervento di DIRIGENTISCUOLA, il divario retributivo tra i dirigenti scolastici e i colleghi appartenenti alle altre aree dirigenziali della stessa fascia superava il 100%. Oggi, grazie a un’azione sindacale portata avanti con determinazione, competenza e coerenza, tale differenziale è stato ridotto a circa il 20%. Si tratta di un risultato concreto e misurabile, che dimostra il valore della rappresentanza quando è esercitata con serietà e costanza.

Continuare a voler restare sulla scena senza disporre dei numeri necessari significa restare ai margini del confronto, senza alcuna capacità di influenzare le scelte politiche e contrattuali. È un atteggiamento che rischia non solo di disorientare la categoria, ma anche di ostacolare il raggiungimento di obiettivi comuni.

Pertanto, chi continua a sminuire il valore della rappresentanza dovrebbe, per coerenza e senso di responsabilità, avere almeno la dignità di non appropriarsi dei risultati ottenuti da chi, invece, ha sempre creduto nella forza dell’azione collettiva e si è speso concretamente per il bene della categoria”

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