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LE INSOSTENIBILI RESPONSABILITÀ DEI DS, CHE L’IDEOLOGIA CONFONDE CON LO STRAPOTERE

LE INSOSTENIBILI RESPONSABILITÀ DEI DS, CHE L’IDEOLOGIA CONFONDE CON LO STRAPOTERE

Qualche giorno fa – su uno dei più frequentati siti online di informazione scolastica – è stata diffusa una videointervista ad un noto esponente del sindacalismo di base italiano.

Il focus dell’intervento era “il mobbing verso i docenti da parte dei genitori-sindacalisti, in un desolante quadro di medicalizzazione di ogni minimo – anche apparente – disagio patito dai discenti, con il rischio concreto di ingigantire un bisogno che nel tempo potrebbe arrivare a diventare un’etichetta per tutta la vita”.

Inoltre, poiché l’animo del sindacalismo ideologico è sempre alla ricerca di facili bersagli da additare, il noto esponente sindacale ha tenuto a precisare che quanto sopra riferito avviene in un contesto in cui i docenti sono “ovviamente oppressi dallo strapotere dei presidi, che è un elemento negativo in molte scuole” e che, “anche a causa della scarsa considerazione della funzione docente da parte dei governi”, finiscono per diventare una specie di “subordinati a questa ‘clientela’, che i presidi – a loro volta – blandiscono, temendola“.

Iniziamo con una provocazione: ma se i dirigenti scolastici hanno tutto questo strapotere, perché non lo impiegano per rendere inoffensive le famiglie? E se hanno tutto questo strapotere, perché allora non difendono i propri docenti?

Perché la cosa è molto più complicata della strumentale e manichea rappresentazione di cui sopra.

Andiamo per ordine.

DIRIGENTISCUOLA ha sottolineato più volte la crisi della genitorialità, citando ad esempio le posizioni in merito di Umberto Galimberti, Paolo Crepet e Massimo Recalcati, i quali a più riprese si sono soffermati sull’odierna debolezza genitoriale e sulla rottura del patto educativo scuola/famiglia. Come sempre, il sindacalismo ideologico è il primo a rappresentare i problemi, ma non lo è mai nel suggerire soluzioni diverse da un (impossibile) ritorno al passato. Per questo tipo di sindacalismo le soluzioni vanno sempre perseguite avversando qualsivoglia tentativo di ingresso del mondo esterno nella scuola, che dovrebbe invece conservare un’identità aliena dalla realtà, ripiegata sui bisogni del personale e non degli alunni.

È tempo che qualcuno lasci cadere anche le ultime parti del muro di Berlino che – nella sua mente – sono rimaste in piedi, cercando la strada per creare un rinnovato dialogo con le giovani generazioni.

Per quanto attiene le aggressioni ai dirigenti e ai docenti – che rappresentano la forma più plateale e deteriore di inadeguatezza genitoriale – DIRIGENTISCUOLA ha espresso sin da subito chiarissimo appoggio al ministro Valditara per le nuove norme repressive introdotte, nella consapevolezza che la dignità del personale, tutto il personale, quando viene così gravemente offesa, vada tutelata con ogni strumento e in ogni sede. Non ci pare di ricordare, visto che si tratta di un provvedimento a difesa di tutto il personale, che chi lamenta lo strapotere dirigenziale sopra citato abbia manifestato eguale apprezzamento.

Avendo difficoltà a parlare, poi, dello strapotere – del tutto immaginario – del dirigente scolastico, riteniamo molto più utile e aderente alla realtà fare riferimento al quotidiano senso di impotenza del dirigente scolastico.

Le vessazioni da parte degli Uffici Scolastici Regionali – sovente su impulso delle consorterie sindacali – sono all’ordine del giorno: testimonianza purtroppo solo parziale ne sono l’intervento della task-force di DIRIGENTISCUOLA per difendere una collega dirigente in Veneto, attività che ha concorso a determinare l’archiviazione dell’ingiusto procedimento disciplinare avviato; la sconcertante vicenda di una collega dirigente del Piemonte, alla quale sono stati richiesti dall’USR una montagna di documenti; l’incredibile vicenda in tema di sicurezza di una collega neoassunta a dicembre in Lombardia.

Vessazioni continue dagli USR, che hanno condotto DIRIGENTISCUOLA ad inaugurare uno spazio di ascolto dedicato al quale i DS possono scrivere.

E potremmo continuare a lungo!

Per non parlare dei ritardi nei rinnovi contrattuali (oggi si lavora con il CCNL 2019/2021!), oppure della kafkiana vicenda di quale sia l’amministrazione di appartenenza dei dirigenti scolastici!

 

Ma torniamo alla madre di tutte le battaglie del sindacato di base di cui sopra: l’asserita oppressione dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.

Facciamo una premessa: se un dirigente scolastico si permettesse di avviare un procedimento disciplinare come quelli di cui sopra (e altri ancora) avviati per i DS, probabilmente verrebbe condannato all’ergastolo! Mentre ai DS sovente si contesta da parte degli Uffici Procedimenti Disciplinari degli USR la violazione dell’intero ordinamento giuridico della Repubblica. Quando un DS avvia un procedimento disciplinare per un docente o per un ATA deve osservare la massima cautela nell’indicare, con precisione, il comportamento antidoveroso e le norme violate. La pesca a strascico, valida per i DS, non vale per il personale scolastico!

Fondamentalmente la vera colpa che i dirigenti scolastici hanno è solo quella di voler vedere una scuola adatta ai tempi, come DIRIGENTISCUOLA ha tempo fa declinato nel documento di approfondimento scaricabile al seguente link.

È questa l’oppressione dei DS verso i docenti!

Convinto delle sue battaglie, DIRIGENTISCUOLA non mancherà di continuare a denunciare ogni tentativo di affossamento delle riforme, come recentemente fatto in riferimento alla delega al Governo in tema di adeguamento del funzionamento degli Organi collegiali.

 

DIRIGENTISCUOLA – chiosa il Presidente Fratta – è ben consapevole di quali siano i veri problemi della scuola. Uno è completare la valutazione per tutto il personale scolastico, di modo si possa ripulire da incrostazioni ideologiche un dibattito sulla qualità dell’istruzione che ha necessità di diventare adulto.

 

 

 

 

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