Stavolta basta al rimpallo di responsabilità tra governo centrale e regionale sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio.

Stavolta basta al rimpallo di responsabilità tra governo centrale e regionale sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio.

In esito all’odierno incontro in videoconferenza con il presidente Emiliano e i suoi assessori Leo e Lopalco, ed alla presenza del direttore generale dell’USR Puglia Anna Cammalleri, dobbiamo prendere atto una seconda volta – e sempre e solo per la Puglia – dell’improvvida decisione di rimettere alle famiglie – prive istituzionalmente di ogni competenza tecnica –  la scelta di esporsi o meno ai rischi derivanti dalla frequenza scolastica: che in classe esistono, così come in ogni luogo di comunità.

La Regione intende continuare a dare agli studenti delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado (dalle elementari alle superiori), e alle loro famiglie, la possibilità di scegliere la didattica a distanza. Questo l’incipit con cui il Presidente Emiliano ha aperto la seduta, per altro trapelato qualche ora prima dagli organi di stampa,  col quale ha chiaramente fatto intendere che l’ordinanza regionale non può infrangere i principi fissati dal governo nazionale, ove la stessa dovesse prevedere una preclusione totale delle attività scolastiche in presenza, pena l’impugnazione della stessa, come è avvenuto in altri contesti. Dado già tratto, dunque!

Erano altre le aspettative dell’intero mondo della scuola, che nei trascorsi due mesi ha già sperimentato questo disastroso approccio nel I ciclo, e che ora lo si ripropone pure nel secondo, dismettendo la responsabilità del decisore politico per scaricare sulle scuole, e sui dirigenti scolastici in primis, la problematicissima fluttuante organizzazione di un servizio à la carte.

Sulla scorta dei dati oggi disponibili abbiamo posto, e continuiamo a porre, alcune domande, che hanno come destinatari il Presidente Emiliano, ma anche la Ministra Azzolina:

Lo sa – il decisore politico – che i tavoli tecnici coordinati dai prefetti per l’adeguamento del sistema dei trasporti stanno partorendo decisioni le cui ricadute operative, al di là degli stanziamenti ministeriali, sono per lo più in fieri?

Lo sa che ad oggi niente, o quasi nulla, è stato fatto per implementare il sistema di contact tracing e conseguente programmazione di tamponi rapidi a tappeto sull’intera popolazione scolastica, o comunque sui soggetti positivi al covid-19 o per i contatti stretti di costoro?

Lo sa che ad oggi quanto ha promesso nei trascorsi tavoli tecnici in tema di cablaggio degli istituti scolastici è ancora un mero auspicio? E che questo renderà di fatto impraticabile la gestione dell’attività didattica integrata (DDI), proprio quella che dovrebbe consentire lo svolgimento delle lezioni in modalità sincrona tra i gruppi a casa e quelli in presenza?

Lo sa che ad oggi la curva epidemiologica registra per la terza settimana consecutiva a livello nazionale un segnale di controtendenza nella trasmissibilità rispetto ai periodi precedenti, a tal punto da leggere nell’ultimo report dell’ISS e Ministero della Salute che “l’incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese”?

 

Lo sa che l’indice Rt, che ad inizio dicembre era pari a 0,82, è passato prima a 0,86, e poi a 0,89, per arrivare ad un valore di 0,93 nell’ultima settimana monitorata, cioè quella dal 21 al 27 dicembre?(Fonte ISS/Ministero della Salute)?  E che in Puglia l’indice Rt è risalito ad un valore prossimo ad 1?

Lo sa che, dall’ultimo bollettino epidemiologico della regione Puglia, a fronte di 2021 test effettuati, si sono registrati ben 344 casi positivi, con un tasso di positività del 17,00%, fortemente in crescita rispetto alle settimane precedenti e decisamente superiore a quello nazionale?

Ricorda quanto confermato dallo stesso assessore Lopalco anche nell’incontro odierno, e cioè che “il contagio è ripartito da quando si sono aperte le scuole, ed è ripartito in misura sproporzionata nella fascia di età scolare: ossia che chi è andato a scuola si è contagiato di più rispetto ad altre fasce di età?

Il decisore politico ricorda tutto ciò, o fa finta di non ricordare?

DIRIGENTISCUOLA ritiene che, né a livello nazionale, né regionale, ci siano ad oggi le condizioni minimali per un rientro in presenza il 7 gennaio 2021, sia per il primo che secondo ciclo, almeno fino al 16 gennaio. E non perché le scuole non siano luoghi ‘sicuri’, ma perché l’apporto del sistema scolastico allo sviluppo dei contagi va considerato in senso ampio, considerando l’effetto domino che si genera a cascata tra gli alunni, i docenti ed il personale ATA al verificarsi non solo di casi positivi, ma anche di contatti stretti di soggetti positivi.

Se il quadro epidemiologico è quello descritto, ed è tale da far implodere l’intero sistema scolastico regionale, come i dati su citati stanno a dimostrare, e come lo stesso assessore Lopalco ha confermato ribadendo che la circolazione virale oggi è simile a quella di fine novembre con un numero di casi di circa 1500 al giorno, si prendano decisioni coerenti a tutela della salute pubblica degli studenti e di tutti gli operatori della scuola, dicendo a chiare lettere che al momento non sussistono le condizioni logistiche per un rientro a scuola il 7 gennaio 2021, ivi compre quelle afferenti i trasporti urbani ed extraurbani. Senza scaricare sui dirigenti scolastici una responsabilità che invece deve essere propria!

Pende poi l’incognita del 5 gennaio, data in cui il Consiglio dei Ministri torna a riunirsi per rivedere i colori delle regioni italiane alla luce della scadenza (6 gennaio) del vigente DPCM. Provvedimento che potrebbe far scivolare la Puglia in zona arancione, se non rossa! Evenienza che non possiamo augurarci, ma che sarebbe l’unica che consentirebbe – a detta del Presidente Emiliano – di intervenire con misure più restrittive di quelle prese a livello nazionale, così come previsto dalla normativa vigente di cui  l’art. 32 della Legge 23 dicembre 1978.

Il Presidente Emiliano in conclusione si è impegnato a verificare la possibilità di invertire la ratio dell’ordinanza, nel senso di prevedere di norma la DAD per tutti i cicli, lasciando alle famiglie l’opzione residuale di richiedere la frequenza in presenza solo in alcune situazioni e con idonee motivazioni. Scelta che andrebbe fatta una sola volta e non rivedibile per tutta la vigenza dell’ordinanza.

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