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RUOLI CHIARI, RESPONSABILITÀ DISTINTE: DIFENDIAMO L’IDENTITÀ DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

RUOLI CHIARI, RESPONSABILITÀ DISTINTE: DIFENDIAMO L’IDENTITÀ DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

Cogliamo oggi l’invito di Anquap ed entriamo nel  “dibattito libero, aperto, anche vivace, ma necessario per ripensare il governo delle istituzioni scolastiche ” stimolato e richiesto dal medesimo.

 

Un “regalo” tanto atteso…

Non sarà sfuggita ai lettori la recentissima uscita del presidente nazionale Giorgio Germani, che dopo 25 anni di autonomia scolastica, pensata dal legislatore e vissuta da milioni di operatori scolastici, ha deciso di fare un regalo alla sua categoria. Un regalo fatto di nuovi traguardi e nuovi obiettivi e, come per ogni compleanno che si rispetti, di nuovi propositi per il nuovo anno. Propositi ambiziosi, elevati e per carità… legittimi! Stanchi anche loro, come i loro superiori gerarchici dirigenti scolastici, di essere affossati da un sistema che non premia i meriti e non riconosce la fatica. A ben vedere, se dovessero tutti avanzare richieste in base alla fatica del lavoro, i dirigenti scolastici in primis avrebbero diritto a una retribuzione stipendiale ben superiore (e sappiamo rispetto a chi), e magari agevolazioni per una più veloce uscita dal mondo dal lavoro. Ma la fatica quotidiana non basta, e neanche un annuncio in piena estate per inseguire il sogno ricorrente del “DSGA dirigente”.

Un’area ad hoc sì… ma non la stessa!

Ma entriamo nel vivo! DIRIGENTISCUOLA sostiene con convinzione, senza riserve, il riconoscimento della qualifica direttiva dei DSGA, attraverso la creazione di un’apposita area contrattuale che ne valorizzi competenze, funzioni e trattamento economico. Come emerso nel confronto contrattuale sul CCNQ 2025/2027, il numero delle aree autonome di contrattazione collettiva (4 per il comparto e 4 per la dirigenza) è vincolato dal D.Lgs. 150/2009, superabile – e DIRIGENTISCUOLA lo auspica con forza – solo tramite un intervento legislativo che riconosca ai DSGA una specifica contrattazione nell’ambito del comparto. Ma da qui a sostenere che DS e DSGA dovrebbero essere collocati nello stesso CCNL perché, in fondo, “lavorano nello stesso luogo”, ce ne corre.

Una lettura antistorica dell’autonomia

Una proposta azzardata, che scivola nel demagogico, cercando di captare il consenso di una categoria stremata da carichi crescenti e scarsi riconoscimenti, ma che si regge su presupposti deboli, spesso infondati, e su una lettura “antistorica” dell’autonomia scolastica.  In un quarto di secolo durante il quale le scuole hanno affrontato riforme, tagli, digitalizzazioni forzate, pandemie e perfino i PNRR, la risposta al cambiamento di sistema, non può essere certo una riscrittura dei ruoli. Anquap denuncia una disparità di trattamento tra DS e DSGA: eppure dimentica che la dirigenza scolastica è stata introdotta con una selezione specifica, che richiede esperienza nella docenza, conoscenze pedagogiche, normative, gestionali e organizzative ma  che implica responsabilità civili, penali, amministrative e contabili dirette. Il trattamento economico più elevato dei DS non è una rendita di posizione, ma un riconoscimento della loro funzione pubblica e dei carichi di responsabilità previsti dalla legge.

Illusioni normative

I DSGA, a loro volta, meritano valorizzazione e riconoscimento. Ma questo si ottiene potenziando le specificità del loro ruolo all’interno del comparto, come già previsto da alcune proposte (inclusa quella di DIRIGENTISCUOLA) per una sezione contrattuale autonoma. L’affermazione che il rapporto tra DS e DSGA debba essere “funzionale, non gerarchico” è una pericolosa illusione normativa. La legge parla chiaro: il dirigente scolastico è il legale rappresentante dell’istituzione scolastica e ha la responsabilità unitaria della gestione. Il DSGA, sebbene figura di rilievo, opera nell’ambito delle direttive del DS. Non si tratta di prevaricazione, ma di coerenza organizzativa. Questa posizione del “comando a due” senza intrusioni reciproche non ci convince.  Del resto, ogni amministrazione complessa ha un superiore gerarchico: parlare di “relazione paritetica” tra chi è responsabile dell’andamento complessivo e chi gestisce l’area tecnico-amministrativa è semplicemente un modo per acuire conflitti e annunciare la paralisi del sistema.

In cauda venenum…

Ma il bello dei propositi Anquap arriva alla fine:  apriamo il concorso per dirigente scolastico anche ai DSGA!
L’idea di aprire il concorso per dirigente scolastico ai DSGA, solo perché “hanno gli stessi titoli culturali dei docenti”, è una proposta che ignora completamente la ratio del sistema scolastico. Il concorso per DS richiede una profonda conoscenza della didattica, delle dinamiche di apprendimento, del sistema formativo, maturata sul campo attraverso l’attività di docenza.  Il fatto che i DSGA conoscano la macchina amministrativa della scuola non li rende automaticamente adatti a guidare un’istituzione educativa. Si confonde, o si finge di confondere, l’amministrazione con la leadership educativa. E questa forzatura rischia di compromettere la qualità del sistema, non di migliorarlo.

Cosa ne pensano gli altri?

E infine ci piacerebbe sentire in proposito il “sindacato dei presidi” che orbita nella stessa confederazione sindacale dei DSGA dirigenti. Ci piacerebbe sentire in proposito il pensiero trasformista e furbo a cui ci ha abituato da tempo. Qual è la sua posizione? Non dev’essere facile tenere insieme incoerenze così evidenti sotto la stessa ala sindacale. Dopo la reazione scomposta avuta alla proposta di DIRIGENTISCUOLA , cosa dirà adesso? Che reazione pensate che avrà? Se i dirigenti scolastici, a suo dire, non possono transitare nelle Funzioni Centrali insieme ad altri dirigenti di pari fascia, possono i DSGA transitare nel Contratto d’Area e partecipare ai concorsi per dirigenti scolastici?

Interrogativi senza risposta

Attendiamo che risponda a questi interrogativi, anche il silenzio nel merito sarà per noi eloquente.

In attesa proponiamo alcune riflessioni:

  • la diade rappresentata dalla presenza di due posizioni dirigenziali nel medesimo ufficio determinerebbe il definitivo tracollo organizzativo di un’organizzazione già a legami deboli, quale la scuola notoriamente è;
  • la gestione amministrativa delle scuole deve beneficiare della prospettiva rappresentata dal Piano di semplificazione amministrativa e organizzativa del MIM, relativamente alla realizzazione del quale DIRIGENTISCUOLA ha chiesto il ripristino dei Centri Servizi a supporto delle istituzioni scolastiche autonome, con funzioni specialistiche di consulenza e assistenza tecnica (sicurezza, contratti, finanziamenti, privacy), e con la gestione accentrata delle attività non didattiche (pensioni, graduatorie, contenzioso), al fine di ridurre inefficienze e duplicazioni.

 

Necessaria una riforma degli Organi collegiali

Al problema del middle management si lega a filo doppio il tema della riforma degli organi collegiali, attualmente in trattazione in Parlamento e su cui più volte siamo tornati, ma con l’obiettivo – eminentemente pedagogico – del potenziamento organizzativo della scuola nell’intercettare efficacemente le fragilità di apprendimento dei discenti, con figure stabilite e individuate per legge; attesa la specificità del ruolo di dirigente scolastico, non si vede come – in un momento di emergenza educativa come quello che stiamo vivendo – si possa consentire a personale privo di adeguate conoscenze e di pratica pedagogica di poter adeguatamente ricoprire il ruolo di dirigente scolastico.

 

Chiosa il Presidente Nazionale DIRIGENTISCUOLA Attilio Fratta: “E mentre ancora ci stavamo riprendendo da tanta creatività sindacale, pensando ad ANP e alla reazione scomposta del transito dei Ds  nelle funzioni centrali, ecco che un’altra organizzazione della stessa confederazione (sì, proprio la stessa) decide di entrare in scena, con tanto di pensierini sull’inquadramento giuridico ed economico dei DSGA con il sogno della dirigenza scolastica. La fantasia sindacale è inesauribile. DIRIGENTISCUOLA continuerà a battersi per un riconoscimento pieno della professionalità, tanto dei dirigenti scolastici quanto dei DSGA e di tutto il personale della scuola ,  ma lo farà sempre con proposte serie, attuabili e nell’interesse della scuola. Tutelare i DSGA è sì un dovere, ma senza demolire l’architettura della dirigenza scolastica, costruita con fatica , e oggi esposta a pericolose degenerazioni organizzative”.

 

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