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PEREQUAZIONE SÌ, MA NON TROPPO: IL PARADOSSO DI CHI DICE DI TUTELARTI

PEREQUAZIONE SÌ, MA NON TROPPO: IL PARADOSSO DI CHI DICE DI TUTELARTI

In un recente comunicato autocelebrativo -l’ennesimo- di una nota sigla sindacale, al netto di allodole, specchietti e altri ammennicoli vari, compare, sommessamente nascosta fra le righe, quella che, oltre ad essere una vera e propria dichiarazione d’intenti, è una frasetta emblematica di tutto un modo di intendere (e svalutare) la categoria che sostengono di tutelare.

E’ la seguente: “Occorrono, naturalmente, interventi strutturali e più consistenti per conseguire l’obiettivo della completa armonizzazione retributiva dei dirigenti scolastici all’interno della loro area contrattuale, così da colmare definitivamente l’attuale divario retributivo che non ne riconosce adeguatamente la complessità del ruolo”.

Poiché, come sappiamo, il diavolo sta nei dettagli, non può sfuggire il richiamo all’area contrattuale di riferimento, guarda caso proprio nei giorni in cui DIRIGENTISCUOLA è uscita allo scoperto sottolineando, anche in sede del recente incontro all’Aran, la necessità -da più parti condivisa e improcrastinabile- di rivedere le Aree del CCNQ per inserire la dirigenza scolastica nell’Area delle Funzioni Centrali.

Una prospettiva che deve aver spaventato non poco la sigla di cui sopra, che, nell’ambito di una tematica su cui non si può non concordare (la perequazione retributiva dei DS) si è affrettata a mettere le mani avanti: attenzione, però nella propria area contrattuale. Vale a dire restando fuori dalla porta del Ministero, in un’Area in cui, come ben sappiamo, abbiamo più ragione di stare.

E che dire della strategia messa in atto? Quanti si sono accorti che all’Aran a rappresentare i dirigenti scolastici, quale rappresentante della CIDA/F.P. c’era un DSGA nonostante l’associazione della dirigenza pubblica e non dei presidi, sia il socio di maggioranza della confederazione? E perché il presidente dei presidi,  che preside non è, non c’era?

Ancora. Quanti si sono accorti che a rappresentare i dirigenti scolastici nella delegazione della CODIRP c’era, invece, il presidente di DIRIGENTISCUOLA nonostante  non sia il socio di maggioranza della CODIRP?

Questi dettagli non possono sfuggire soprattutto ai dirigenti scolastici.

Le insidie si annidano proprio nei dettagli!! Del resto se la categoria ha tanti problemi di certo non è per castigo di Dio bensì per la distrazione della categoria.

Strano per un’associazione che sbandiera la propria vicinanza ai… Presidi? Neanche più di tanto, per chi conosce la storia, per chi si interessa dei propri problemi, per chi ha aperto gli occhi. Purtroppo in tanti sono in tutt’altre faccende affaccendati al punto di non curare neanche i propri interessi.

Ma facciamola breve e cerchiamo di capire: tutti sanno che i DS appartengono al MIM ma le resistenze sono tante e consolidate. I dirigenti amministrativi, nelle cui fila sono annoverati (guarda caso) anche alcuni esponenti sindacali di vertice, cercano e cercheranno in tutti i modi di disconoscerlo (e ormai le carte sono scoperte).

Il motivo è semplice, dati alla mano: i DS sono circa 7.500, gli amministrativi poche centinaia. Se i DS fossero equiparati, le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili: un “terremoto” numerico che porterebbe alla conseguenza più logica e naturale: a prendere in mano le redini della scuola sarebbero dirigenti… che provengono dalla scuola. Non sia mai!

Oggi invece succede il contrario: i burocrati e gli amministratori hanno la precedenza, quando mancano (o non hanno voglia di giocare), ecco che entra in campo la riserva! E c’è chi ha tutto l’interesse a farci restare in panchina.

Tutto ciò non è tollerabile. Apriamo gli occhi e ricordiamoci che è la funzione che fa l’organo. 

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