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LEGGE DI BILANCIO 2026, GLI EMENDAMENTI DIRIGENTISCUOLA: SUBITO ADEGUATI STANZIAMENTI PER LA PEREQUAZIONE

LEGGE DI BILANCIO 2026, GLI EMENDAMENTI DIRIGENTISCUOLA: SUBITO ADEGUATI STANZIAMENTI PER LA PEREQUAZIONE

Comunicato Stampa

 

Roma, 7 novembre 2025 – Nel silenzio assordante delle altre sigle di categoria, che pure continuano a professare – a parole – di tutelare i dirigenti scolastici, sembra che solo DIRIGENTISCUOLA si sia accorta che la Legge di Bilancio non prevede stanziamenti ad hoc per la perequazione retributiva dei dirigenti scolastici, naturale (e inevitabile) esito dell’entrata a regime del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici con i DDMM 47 e 71/2015.

Così,  per quanto nel documento di previsione del Ministero dell’Istruzione e del Merito per il triennio 2026–2028 la dirigenza scolastica venga pomposamente salutata quale “attore centrale per la costruzione di una scuola più solida, inclusiva e innovativa”, nei fatti non si è andati oltre questa mera dichiarazione di prammatica.

Ancora nel 2017, a seguito di un’ampia mobilitazione della categoria, il Governo e l’ARAN assunsero l’impegno di conseguire la perequazione retributiva progressiva dei dirigenti scolastici con i dirigenti della Pubblica Amministrazione di pari fascia, da realizzare in tre fasi contrattuali:

  1. allineamento della retribuzione di posizione parte fissa (attuato con il CCNL 2016/2018);
  2. perequazione della posizione parte variabile (solo parzialmente attuata con il CCNL 2019/2021);
  3. completamento della retribuzione di risultato con la definizione del sistema di valutazione della performance dei dirigenti scolastici, gia’ avviato nel corso dell’anno scolastico 2024-25.

Tale definizione, come è noto, è entrata a regime proprio quest’anno: non vi sono pertanto più ostacoli burocratici alla piena attuazione della perequazione: gli impegni vanno mantenuti!

Al contrario, si registrano riduzioni di spesa che rischiano di compromettere ulteriormente l’efficienza e la qualità del sistema educativo e bloccare il completamento della retribuzione di risultato che rappresenta l’ultimo “tassello” degli impegni assunti.

Un’analisi condotta da DIRIGENTISCUOLA e già resa nota negli scorsi anni proprio in occasione dell’iter parlamentare connesso alla Legge di Bilancio ha messo in rilievo  come il divario medio fra DS e dirigenti pari fascia anche della stessa amministrazione ammonti a circa 20mila  euro annui per ciascun dirigente scolastico (in soldoni: circa mille euro netti al mese in busta paga).

Tale disallineamento contrasta con l’impegno assunto dal Governo 8 anni fa a favore dell’armonizzazione retributiva. Per colmare questa disparità si stima siano necessarie risorse pari a 138.576.153 euro, destinate ai 7.389 dirigenti scolastici (cfr. D.I. n. 124 del 30 giugno 2025), per garantire un trattamento economico adeguato alle funzioni e alle responsabilità esercitate.

Ma le incoerenze non si esauriscono qui: da un’attenta comparazione tra il testo della Legge di Bilancio 2025 e quello della Legge di Bilancio 2026, emerge una assenza significativa. Nel testo allegato alla Legge di Bilancio 2025 – Stato di previsione del Ministero dell’Istruzione e del Merito – era chiaramente riportato: “….in coerenza con l’Atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca, si intende favorire la prosecuzione di un percorso già avviato, finalizzato al riconoscimento delle responsabilità connesse al ruolo del dirigente scolastico.” Nel testo della Legge di Bilancio 2026, tale riferimento non figura più, evidenziando che quanto previsto e dichiarato lo scorso anno non è stato confermato né ripreso nel documento attuale, nonostante gli impegni ufficiali assunti dal Governo, prima richiamati.

Pertanto, fra gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 presentati da DIRIGENTISCUOLA spicca la richiesta di integrare tali previsioni, per la parte relativa alla dirigenza scolastica, con specifici capitoli di spesa e commi dedicati alle risorse destinate esclusivamente alla perequazione delle retribuzioni dei dirigenti scolastici e alla valorizzazione professionale.

E inoltre:

  1. Siano forniti numeri chiari, trasparenti e distinti tra le varie voci di spesa relative a dirigenti scolastici.
  2. Si introduca una misura di valorizzazione professionale e incentivazione dei dirigenti scolastici, esplicitando gli importi stanziati e le modalità di erogazione, così da garantire trasparenza, equità e responsabilità contabile.
  3. Si chiede di prevedere nel testo, le risorse occorrenti per la perequazione piena della retribuzione dei dirigenti scolastici con quella degli altri dirigenti MIM di seconda fascia, perequando la retribuzione di risultato nella misura necessaria a garantire per ognuno dei dirigenti scolastici in organico pari trattamento economico con gli altri dirigenti MIM di pari fascia, nel triennio di riferimento.

 

Gli impegni devono essere mantenuti – commenta il presidente nazionale DIRIGENTISCUOLA Attilio Fratta -.  L’indifferenza del Governo verso la categoria è ormai palese, e lo dimostra anche la formulazione della Legge di Bilancio, che anziché muovere passi avanti in direzione del nostro riconoscimento sembra tornare indietro.” E conclude: “Le promesse non bastano più, bisogna passare ai fatti e alle cifre. Colpisce, ma non troppo, il silenzio degli altri sindacati, che si autoproclamano dei “dirigenti scolastici” o “dei presidi”. Dove sono adesso? Vale sempre il nostro invito a fare fronte comune per il bene dell’intera categoria”. 

 

RICHIESTE  CORRETTIVI – LEGGE DI BILANCIO 2026

RICHIESTA INCONTRO URGENTE AL MINISTRO DEL 4 NOVEMBRE 2025

 

 

 

 

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