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LA PEREQUAZIONE TRA BALBETTII E TRASFORMISMI. APPROFONDIMENTO SULL’EMENDAMENTO RELATIVO AL FONDO PER LA RETRIBUZIONE DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA (D.L. 45/2025).

LA PEREQUAZIONE TRA BALBETTII E TRASFORMISMI. APPROFONDIMENTO SULL’EMENDAMENTO RELATIVO AL FONDO PER LA RETRIBUZIONE DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA (D.L. 45/2025).

Si ritiene utile tornare sul tema dell’inquadramento contrattuale e del trattamento economico della dirigenza scolastica, anche alla luce delle recenti modifiche apportate in sede di conversione del D.L. 45/2025. In particolare, con l’approvazione in prima lettura al Senato, è stato inserito l’articolo 2-bis, che prevede quanto segue:

“Per l’anno scolastico 2025/2026, il fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e risultato, di cui all’articolo 4 del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dell’Area V della dirigenza per il secondo biennio economico 2008-2009, sottoscritto in data 15 luglio 2010, è incrementato di 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Agli oneri di cui al primo periodo si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 1, comma 565, della legge 30 dicembre 2024, n. 207.”

Secondo stime attuali, il beneficio economico previsto per ciascun dirigente, seppur positivo, non incide in maniera sostanziale sull’obiettivo della perequazione retributiva con altre dirigenze pubbliche di pari livello. Con 6 milioni di euro per il 2025 e 6 milioni di euro per il 2026 – s’intenda bene, cifre una tantum, non strutturali – i dirigenti scolastici riceveranno circa 40 euro LD mensili in più sullo stipendio, di modo che in appena una quindicina d’anni potranno gradualmente arrivare alla perequazione retributiva con i dirigenti ministeriali di pari fascia!

Tanto gradualmente che John Maynard Keynes, se fosse ancora tra noi, ci ripeterebbe la sua celeberrima citazione “nel lungo periodo saremo tutti morti!”.

In merito all’iter parlamentare, si rileva dagli atti ufficiali – tra cui le audizioni e le memorie depositate presso la Commissione istruzione del Senato – che durante le consultazioni svoltesi in sede istituzionale i temi relativi alla dirigenza scolastica, e in particolare alla questione della perequazione, non sono stati esplicitamente richiamati. Ciò rafforza l’esigenza di rendere trasparente e tracciabile ogni contributo portato in sede legislativa, nel rispetto della corretta informazione verso la categoria.

Durante l’iter di conversione al Senato del D.L. 45/2025, una sigla sindacale si è proposta per essere audita  in Commissione, depositando altresì memoria scritta. Ad eccezione di uno sbrigativo auspicio alla chiamata diretta dei docenti nell’interesse della scuola, sia nei circa 15 minuti di videoaudizione a distanza che nella memoria scritta inviata (ambedue reperibili sul sito del Senato) le problematiche professionali dei dirigenti scolastici non sono mai state citate e men che mai lo è stata la perequazione retributiva!

Ascoltato (e letto) quanto sopra, siamo stati quindi costretti – con stupore, ma neanche troppo – a ricondurre la primogenitura dell’emendamendo 2.0.5 al senatore indicato come presentatore dello stesso, ritrovandoci innanzi all’evaporazione dello ius primae noctis maldestramente rivendicato da qualcuno!

È chiaro che ogni aumento retributivo per i dirigenti scolastici – anche minimo – è da accogliere positivamente, ma non si può  offendere – senza pudore – l’intelligenza della categoria dei dirigenti scolastici.

Come non pensare ad un’offesa all’intelligenza, quando si assiste a un sindacato balbettante nel citare espressamente i dirigenti scolastici NELLE PROPRIE AUDIZIONI UFFICIALI E NEI PROPRI DOCUMENTI UFFICIALI. E come non pensare ad una doppia offesa alla categoria del DS, quando al Senato si va a perorare la causa dei  docenti per poi  trasferire altro all’esterno.

La circostanza che la montagna abbia partorito il topolino, derivante dalla totale assenza di reale interesse per la dirigenza scolastica e di reale visione politica futura, nell’attuale contesto di difficile condizione lavorativa per la categoria, più che cerchiobottismo da Prima Repubblica si configura come una vera e propria forma occulta di trasformismo sindacale!

È dunque importante evidenziare che, per ottenere una reale e strutturale perequazione retributiva, occorre fare riferimento a stime ben più consistenti. DIRIGENTISCUOLA durante i lavori preparatori per la legge di bilancio 2025, ha indicato un fabbisogno annuo superiore ai 138 milioni di euro, risorse strutturali e necessarie per un pieno allineamento delle retribuzioni dei dirigenti scolastici a quelle di altre dirigenze pubbliche di pari fascia.

 

La storia si ripete, ma il tempo è galantuomo – chiosa il Presidente Fratta. DIRIGENTISCUOLA è nata per tutelare i dirigenti scolastici senza se e senza ma. Serve tuttavia che la categoria abbandoni quanto prima gli illusionisti da strapazzo, che sul doppio gioco hanno edificato le loro rendite di posizione. La battaglia da condurre ai tavoli contrattuali necessita del sostegno a DIRIGENTISCUOLA e dell’abbandono dei prestigiatori di professione. Solo in questo modo si potrà presto raggiungere – in un tempo diverso da quello citato da Keynes – la giusta perequazione retributiva. È finita l’epoca nella quale si poteva prendere in giro la categoria. Noi continueremo a vigilare e a tutelare la categoria, che sta aprendo gli occhi, lasciando agli altri i meriti specie .. quelli di poco valore .

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