COSA ASPETTIAMO A CHIUDERE LE SCUOLE?

COSA ASPETTIAMO A CHIUDERE LE SCUOLE?

Proprio così. Cosa aspettiamo ancora a chiudere le scuole?

Lo avevamo annunciato in un precedente comunicato, lo ribadiamo a maggior ragione oggi, alla luce del D.L. 17 marzo 2020, n.18 che, all’art.87, ha fatto propria quella linea interpretativa che noi avevamo illo tempore abbracciato.

Certo, il dispositivo non prevede in maniera esplicita la chiusura delle scuole – né avrebbe potuto prevederlo, stante l’ineluttabile esigenza di garantire il servizio in tutti gli altri comparti della Pubblica amministrazione – ma fornisce delle precise linee operative che, a nostro parere, lasciano scarsi margini di discrezionalità sulla decisione di chiudere le scuole, salvo non si ritenga preminente l’erogazione di servizi comunque erogabili anche da remoto, rispetto alla salvaguardia della salute pubblica di tutti i dipendenti, dirigente scolastico compreso!

Quando viene previsto che,

  1. il lavoro agile costituisce modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni;
  2. bisogna limitare la presenza del personale negli uffici per assicurare esclusivamente le attività che si ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza;
  3. qualora non sia possibile ricorrere al lavoro agile, ed avendo utilizzato gli strumenti delle ferie pregresse, del congedo, della banca ore, della rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della contrattazione collettiva, esperite tali possibilità, il personale va esentato motivatamente dal servizio;
  4. il periodo di esenzione dal servizio costituisce servizio prestato a tutti gli effetti.

si fornisce un’indicazione precisa, a coloro che rivestono la qualifica di datori di lavoro, di ottemperare in maniera stringente  all’obbligo, tra l’altro pesantemente sanzionato, di salvaguardia della salute dei dipendenti, e la propria. Con alcune accortezze procedurali che avevamo già a suo tempo evidenziato e che ribadiamo. E cioè di:

  1. impartire, con direttiva al DSGA e ordine di servizio scritto, le disposizioni al personale ATA di rendere, ove possibile, la prestazione in remoto;
  2. formalizzare, non più e non solo al personale ausiliario ma, alla luce dell’art.87 del D.L. 18/2020, a tutto il personale ATA, la richiesta di fruizione di eventuali ferie residue del precedente anno scolastico (che decorso il 30 aprile c.a. risulterebbero comunque perse) e poi comunicare allo stesso personale il venir meno temporaneamente dell’obbligo della prestazione in presenza, ed eventualmente l’erogazione della stessa in modalità di lavoro agile;
  3. comunicare all’Ufficio scolastico regionale – senza dover richiedere alcuna autorizzazione – che si sta garantendo la prestazione lavorativa in remoto, assicurando nel contempo la propria disponibilità e reperibilità in caso di sopraggiunte e indilazionabili necessità.

Insomma, se non si chiudono le scuole in un momento di pandemia mondiale in corso, quando?

Tutto questo, peraltro, in un momento in cui i prodotti igienizzanti per la persona e per la sanificazione degli ambienti consigliati dal Ministero della Salute, di fatto quindi di dotazione obbligatoria per il dirigente – datore di lavoro, stante la valenza del d.lgs. 81/2008 – sono di difficile e quasi impossibile reperimento.

Che senso ha continuare a presidiare le istituzioni scolastiche imponendo a se stessi e a parte del personale scolastico (sia pur una sola persona!) un sacrificio così inutile e dannoso?

Sacrificio che, oltre a ritorcersi contro, potrebbe configurare anche danno alla salute dei lavoratori, con tutte le conseguenze anche penali di tale comportamento. Laddove prudenza e saggezza suggerirebbero di continuare a “dirigere” da casa ricorrendo alle video-conferenze per coordinarsi a distanza con docenti, DSGA ed ATA, utilizzando tramite le “abituali” postazioni di lavoro domestiche le stesse piattaforme di servizio a cui si accede dall’ufficio, al pari dei DSGA e del personale amministrativo e assicurando, così, la continuità dei processi didattici ed amministrativi legati alle prestazioni divenute espressamente “essenziali”.

 Se è vero, come è vero, che siamo al cospetto – per esplicita ammissione dell’OMS – di una “pandemia” connotata da grande diffusività e alta letalità, per le scuole è arrivato – inderogabilmente –  il momento della chiusura di uffici già di fatto chiusi al pubblico, con svolgimento delle sole attività essenziali in modalità di lavoro agile demandate al coordinamento del dirigente scolastico coadiuvato dal DSGA e dagli assistenti amministrativi abilitati. Non dunque, il “fermo” amministrativo tout-court della scuola, ma la sua gestione in “lavoro agile” per il contingente amministrativo e dirigenziale, così come già attuato per i docenti e per gli alunni, anche in considerazione del rischio derivante dalla carenza dei prodotti necessari per garantire l’adeguata igienizzazione dei locali e delle persone.

Questo si rende eticamente necessario in via di massima urgenza per evitare errori imperdonabili compiuti nel nome di un “mito” di efficienza e di un anelito di “normalità” che non hanno più alcun senso, nell’attuale fase emergenziale di aumento dei contagi e dei decessi in atto. Errori come quello che – senza nessun valido perché – è già avvenuto alla neo dirigente delle Marche costretta a partecipare, con moltissimi altri colleghi, a un incontro di formazione organizzato dall’USR  in data 4 marzo 2020, presso l’IIS Carlo Urbani di Porto San Elpidio, nonostante il divieto a evitare assembramenti e la diffida inoltrata al D.G. Felisetti. Neo dirigente che risulta oggi positiva al Covid-19 costringendo, suo malgrado, tutti gli altri dirigenti presenti all’incontro e, a catena, tutte le altre persone con le quali la stessa è venuta a contatto, in quarantena!

Da varie regioni d’Italia iniziano già ad arrivare notizie di colleghi contagiati dal virus ed ahimè ricoverati presso i nosocomi locali. Non è il momento di gesti eroici né, di contro, temere accostamenti alla Schettino! E’ il momento di serrare le fila, essere lucidi e razionali,  cercare di guardare la luna e non il dito, anteponendo, una volta organizzato il servizio, il “bene” salute a qualsiasi altro “bene” personale della vita.  Fosse anche per salvaguardare una sola vita umana!

Il presente comunicato sarà trasmesso per conoscenza anche all’Ufficio di Gabinetto del Ministero.

Forniamo in allegato un nuovo FAC-SIMILE DI DECRETO-bis DI CHIUSURA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E RIORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO  integrato alla luce dell’ultimo D.l. 17 marzo 2020, n.18.

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