CONDANNA MEDIATICA DELLA DIRIGENTE DELLO ZEN

CONDANNA MEDIATICA DELLA DIRIGENTE DELLO ZEN

Per fortuna nel Bel Paese la condanna a morte è stata soppressa altrimenti la DS dello Zen di Palermo sarebbe stata già giustiziata!

Nonostante la previsione dell’art. 27 della Costituzione ( L’imputato non e’ considerato colpevole sino alla condanna definitiva) e dell’ art. 48 della Carta dei diritti fondamentali dell’U.E. (Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata), la stampa e i media, invece di limitarsi, in ossequio al diritto di cronaca, a dare solo la notizia della custodia cautelare, ha già emesso la sentenza di colpevolezza e gli sciacalli ne hanno approfittato per generalizzare ed estendere la condanna all’ intera categoria.  Il caso Tortora e, più recentemente Contrada, evidentemente non hanno insegnato niente: dopo anni di calvario, di condanne mediatiche e sommarie che hanno distrutto la loro esistenza, sono stati assolti: erano INNOCENTI! Di pochi giorni fa l’assoluzione perché il fatto non sussiste della docente di Vercelli arrestata nel 2017 e immediatamente condannata.

Di certo hanno destato incredulità e sgomento in tutto il sistema scolastico italiano le immagini e gli articoli di giornale legati alla tristissima vicenda della dirigente scolastica arrestata per corruzione in Sicilia, ma è inaccettabile la condanna mediatica.

Dirigentiscuola, in ossequio al principio della presunzione di innocenza, si astiene da ogni giudizio ed esprime piena fiducia nella magistratura e in particolar modo negli obiettivi del nuovo organismo sovranazionale  della Procura europea (EPPO), istituita nel 2021  con lo scopo di perseguire  i reati contro la Pubblica Amministrazione da cui derivi una lesione degli interessi economici dell’Unione europea e dalle cui indagini la vicenda stessa prende le mosse,

Il garantismo di Dirigentiscuola non deriva da una presa di posizione ideologica o precostituita in favore della categoria; esso trae origine da una profonda conoscenza delle dinamiche che caratterizzano il sistema scolastico e della complessità dei meccanismi e degli ingranaggi burocratici entro cui il Dirigente scolastico, in solitudine, ahimè, spesso si muove.

Una riflessione in questo momento è però dovuta, preso atto del fatto che da ieri piovono accuse di corruzione sull’intera categoria, mosse da sindacati non rappresentativi della categoria, che al grido di “ lo sapevamo …lo avevamo detto che la scuola non è immune da corruzione “ hanno finito con il delineare la figura generalizzata di un dirigente scolastico / gestore di poteri occulti, economici e non.

I Dirigenti scolastici rigettano “in toto” le accuse generalizzate, consapevoli che l’unico “potere” che gestiscono a scuola è quello di resistere agli attacchi quotidiani di certi sindacati che vorrebbero condizionarne le scelte di gestione , a partire dalle richieste e dalle pretese che gli stessi  avanzano ai  tavoli di negoziazione, in difesa dei privilegi  dei loro iscritti.  Ci sarebbe da stilare un lungo elenco su come certi sindacati “ricattano, insinuano, gettano ombre, sobillano le masse, sovvertono le strutture dello Stato, isolano la figura del Dirigente scolastico”.

L’unica colpa della dirigenza scolastica, in questo momento, è quella di non aver ancora maturato la piena consapevolezza che il proprio ruolo non può essere confuso con quello degli altri operatori scolastici, che un dirigente non è posto a capo di un’istituzione scolastica per farsi carico dei bisogni effimeri degli operatori e dell’utenza, per “adeguarsi” al consolidato per quieto vivere o per la necessità di compiacere.

Il ruolo del dirigente scolastico è altro, esige l’acquisizione di un habitus mentale tecnico, umano, morale e ri-educativo di un sistema.

Sull’ argomento, si allegano le principali agenzie di stampa.

 

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