DIRIGENTISCUOLA ha presentato una serie di rilevanti emendamenti in sede di discussione del cd. “DDL Zangrillo” (A.C. 2511), volti ad ottenere il riconoscimento della dirigenza scolastica – definita dall’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 – come parte a pieno titolo della dirigenza pubblica statale, destinataria delle medesime disposizioni in materia di valutazione, formazione, sviluppo di carriera e trattamento economico accessorio, senza limitazioni derivanti dalla specificità del settore di appartenenza.
Si chiede che per i dirigenti scolastici, la valutazione della performance tenga conto della complessità organizzativa delle istituzioni scolastiche, della dimensione gestionale, dei livelli di autonomia e dei risultati conseguiti nell’attuazione delle politiche educative, e che la quota di trattamento economico accessorio legata alla performance sia commisurata all’ampiezza delle responsabilità organizzative e all’effettiva incidenza sul funzionamento delle istituzioni scolastiche. Eventuali economie da minore attribuzione di risultato non siano riutilizzabili per finalità diverse da quelle di valorizzazione della dirigenza scolastica.
Inoltre, anche ai DS dovrà essere consentito di accedere ai percorsi formativi promossi dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA) e da altri programmi nazionali di alta formazione manageriale e, sul versante della cosiddetta “mobilità intercompartimentale, alle procedure di sviluppo professionale e di mobilità intercompartimentale previste per la dirigenza pubblica senza alcuna limitazione di norma e di bilancio.
La dirigenza scolastica è ormai ultramaggiorenne, matura e vaccinata. E dopo 25 anni non ci sta più a essere considerata come figlia di un Dio minore, confinata per anni nella riserva indiana dell’ex AREA V.
La consapevolezza nella categoria sta crescendo giorno dopo giorno, anche alla luce di chiarimenti ministeriali e pronunciamenti giurisprudenziali che, finalmente, hanno scoperto le carte una volta per tutte: ma perché dobbiamo essere dirigenti diversi dagli altri? Perché essere considerati di “serie B” rispetto al resto della dirigenza pubblica e, ciò che è peggio, anche a dirigenti dello stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito?
Perché, alla resa dei conti, la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici è ancora di gran lunga inferiore rispetto a quella di Dirigenti di amministrativi anche di Ambito, che pure hanno responsabilità infinitamente più ridotte? Perché, nei concorsi a Dirigente Tecnico, il DS che sceglie di partecipare è posto sullo stesso piano dei docenti, nonostante sia già in possesso di qualifica dirigenziale acquisita mediante specifico (e non certo semplice) concorso? Di certo nulla succede per caso. I responsabili sono noti ma ciononostante molti dirigenti continuano a dare loro fiducia.
Il giochino non regge più, e ora la categoria si sta stancando. Le “torri d’avorio” devono crollare, così come devono essere abbattute le pareti di cristallo e i serragli delle “riserve” che, con la pantomima di una presunta specificità del nostro ruolo, ci hanno cucito addosso per mantenere i privilegi di orticello di pochi.
Per DIRIGENTISCUOLA è una battaglia storica, siamo stati i primi e gli unici a portarla avanti davvero con coerenza e determinazione, con buona pace di altre sigle che fingono o, peggio ancora, si accodano scompostamente chiedendo ora una mobilità intercompartimentale che avrebbero dovuto sollecitare da almeno due decenni!
Il nostro impegno è dimostrato dai fatti: da quando DIRIGENTISCUOLA ha fatto il suo ingresso sulla scena sindacale le retribuzioni sono cresciute, allineandosi almeno in parte a quelle degli altri dirigenti (prima il gap era senza mezzi termini vergognoso), e finalmente, dopo un quarto di secolo, è partito un sistema di valutazione che la legge prevedeva fin dall’inizio.
L’appello alla categoria è di continuare a seguirci e aprire gli occhi sempre di più su chi sono i veri nemici della dirigenza scolastica. Consapevolezza e unione ci permetteranno di ottenere i migliori risultati a beneficio di tutti. Gutta cavat lapidem!