“Un cambio di passo a lungo atteso”
Ogni tanto ci vuole proprio una buona notizia: Aurea Valentini, dirigente del Liceo Oriani di Ravenna e socia DirigentiScuola, si lascia alle spalle la classica suddivisione didattica dell’anno scolastico e introduce la sperimentazione del periodo unico, ribattezzato simpaticamente “monomestre” dai suoi studenti: “È una sfida corale che richiede competenze, professionalità e responsabilità da parte di tutti”.
“Va bene l’evoluzione, ma ogni tanto ci vuole una piccola rivoluzione”. Ha pochi dubbi Aurea Valentini, dirigente del Liceo Scientifico Oriani di Ravenna e socia DirigentiScuola, balzata in questi giorni all’onore delle cronache – nazionali e locali – per la decisione di introdurre il “periodo unico”, eliminando la canonica suddivisione dell’anno scolastico in periodi didattici (siano due quadrimestri, tre trimestri o il modello ibrido trimestre-pentamestre).
L’introduzione del “monomestre”
Il “monomestre” è una “piccola rivoluzione” in un sistema spesso pachidermico che fatica sempre più a introdurre novità anche minime. Spiega Valentini: “Abbiamo discusso con le componenti della comunità scolastica, negli organi collegiali competenti. Con le delibere di Collegio docenti e la fiducia del Consiglio di Istituto abbiamo inserito la sperimentazione nel Ptof e ora si parte.”
Obiettivo: successo formativo
L’obiettivo primario è, naturalmente, il successo formativo degli alunni, che passa anche attraverso un clima di serenità e benessere spesso inficiato da scadenze troppo ravvicinate che fanno sentire studenti e docenti perennemente con l’acqua alla gola. “Vogliamo ridurre ansia, stress, rendere la didattica più flessibile e distesa con tempi più lunghi per l’apprendimento, dare alle verifiche anche un valore veramente formativo. Per fare questo era necessario innanzitutto permettere agli insegnanti di organizzare la didattica e le valutazioni in modo più disteso durante tutto l’arco dell’anno.” Un cambio di passo che molti attendevano da tempo, già avviato da altri licei in Italia. Aggiunge la dirigente: “In questi giorni diversi presidi e docenti di scuole del Ravennate mi stanno esprimendo grande apprezzamento per la nostra innovazione, segno di un’esigenza di cambiamento di sistema non più procrastinabile”.
Maggiori opportunità di recupero
E per chi resta indietro? “Il modello va benissimo anche per questi casi, anche perché la sua implementazione è rafforzata dall’introduzione di corsi di potenziamento che si svolgono per tutto l’anno scolastico e accompagnano lo studente nel suo percorso formativo. In questo modo il supporto arriva quando serve, e non solo per preparare la verifica sommativa di fine quadrimestre: la possibilità di recupero è immediata e permette agli studenti consolidare le conoscenze man mano che vengono acquisite, senza stress da fine periodo. Inoltre abbiamo abolito il debito di fine primo quadrimestre con la prova di recupero che influiva sul voto del secondo: al suo posto una verifica formativa senza voto.”
Un progetto “corale”
C’è bisogno dell’apporto di tutti, ciascuno per la sua parte. “La nostra è una scuola che da anni lavora molto sui temi della valutazione. D’altra parte la ricerca docimologica e la riflessione sulla valutazione fanno parte del profilo professionale del docente, e – ripeto – l’entusiasmo con cui l’iniziativa è stata accolta è un segnale significativo che il sistema-scuola va ripensato nel suo complesso”.
Fondamentale saper “riprogrammare”
È un impegno importante. “Siamo consapevoli che potrebbero presentarsi delle criticità come la gestione della programmazione e dell’organizzazione delle verifiche: il nuovo sistema richiede una riprogrammazione didattica più flessibile e attenta a bilanciare l’avanzamento dei “programmi” con i momenti di verifica e consolidamento. Per questo si attuerà un monitoraggio finale dell’efficacia dei processi, al fine di valutarne l’impatto complessivo e superare le criticità”.
A ciascuno il suo ruolo
Prosegue Valentini: “Qui entra in gioco il ruolo di garante del dirigente scolastico, che si dovrà assumere la responsabilità di controllare l’organizzazione della didattica e verificare che la valutazione sia davvero formativa e quindi ben distribuita durante l’anno, ma anche dei dipartimenti disciplinari, chiamati ad uno sforzo di ripensamento delle strategie e ad una attenta riflessione sulla valutazione. Anche i consigli di classe hanno, naturalmente, un ruolo fondamentale nel valutare l’iter di apprendimento di ogni singolo alunno nel corso dell’intero anno scolastico e indirizzare al potenziamento gli studenti più in difficoltà”.
Il coraggio di cambiare
D’altra parte valutare il cambiamento, sperimentare, migliorarsi dovrebbe essere nel dna di ogni buon dirigente. Come per tutte le sperimentazioni, ci saranno senza dubbio vantaggi e controindicazioni, voci favorevoli e immancabili perplessità. Non è però questa la sede per discuterne: ora è il momento di augurare buon lavoro e fare i nostri complimenti alla collega Aurea, che sfidando resistenze e inerzie ha saputo, con questa “piccola rivoluzione”, interpretare alla perfezione nella pratica quotidiana il motto di DirigentiScuola: il coraggio di cambiare!