Si è appena concluso presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito il tavolo negoziale con all’ordine del giorno due punti fondamentali:
- Sottoscrizione definitiva del CCNI sull’impiego della risorsa integrativa del Fondo Unico Nazionale, individuata con D.D.G. n. 659 dell’8 maggio 2025, destinata alla retribuzione di risultato per l’anno scolastico 2023/2024.
- Esame dell’ipotesi di CCNI sui criteri di riparto e utilizzo del FUN per l’anno scolastico 2024/2025.
Per quanto riguarda il primo punto, tutte le sigle sindacali hanno sottoscritto in via definitiva l’accordo per il 23-24, avendo acquisito il necessario visto dell’UCB.
È stata così definita la retribuzione di risultato, comprensiva della risorsa integrativa, articolata in base alle fasce di complessità delle istituzioni scolastiche.
- Fascia A: € 7.245,00
- Fascia B: € 5.903,00
- Fascia C: € 4.562,00
Per gli incarichi di reggenza, da riproporzionare in base alla durata effettiva dell’incarico, sono stati previsti i seguenti importi annui:
- Scuola fascia A: € 17.280,00 LD
- Scuola fascia B: € 14.080,00 LD
- Scuola fascia C: € 10.880,00 LD
Il prossimo passaggio è la corresponsione degli emolumenti ai dirigenti scolastici.
Diversa la situazione sul secondo punto, dove il confronto si è rivelato divisivo. Al centro del dibattito, i criteri per l’attribuzione della quota di maggiorazione della retribuzione di risultato, legati alle valutazioni dei dirigenti e, in particolare, al PNRR.
Secondo la proposta dell’Amministrazione:
- Il 5% dei dirigenti scolastici con le valutazioni più elevate riceverà una maggiorazione del 30% del valore medio pro-capite della retribuzione di risultato.
- In caso di parità di valutazione, si applicano successivi criteri di preferenza:
- Maggiore percentuale di utilizzo delle risorse PNRR (alla data del 31 agosto);
- Maggiore anzianità di servizio come dirigente scolastico;
- Maggiore anzianità anagrafica.
DIRIGENTISCUOLA ha fortemente contestato i criteri proposti, soprattutto l’utilizzo del PNRR come parametro di valutazione. Ha ribadito che non firmerà l’ipotesi di CIN 2024/2025 se i criteri non verranno rivisti, alla luce delle motivazioni già chiaramente espresse, proponendo soluzioni alternative già avanzate nei precedenti incontri.
La critica principale riguarda il fatto che il PNRR, sebbene strategico, non può essere usato come parametro oggettivo per la valutazione dei dirigenti, poiché il sistema presenta numerose incongruenze, portate fino a ieri, sul tavolo del Ministro e fortemente dipendenti da fattori non tutti controllabili e gestibili dai dirigenti scolastici. Accettare questi criteri, per il sindacato, significherebbe introdurre principi destinati a consolidarsi anche nei futuri rinnovi contrattuali, con danni permanenti per la categoria.
L’Amministrazione si è mostrata ferma nella sua posizione, appoggiata solo da ANP, che ha espresso con forza il proprio sostegno al modello proposto, rivendicandone in parte anche la paternità. Tutte le altre sigle sindacali hanno espresso indisponibilità alla firma, seguendo la linea tracciata da DIRIGENTISCUOLA, dal 19 giugno u.s.
Come sigla sindacale siamo rammaricati per i ritardi che ancora una volta colpiscono i dirigenti scolastici, che ad oggi non hanno certezza sulla retribuzione di posizione parte variabile e di risultato. Vi è da dire, comunque, che le trattative sul CIN 2024/2025 sono iniziate con netto ritardo per volere dell’amministrazione (2 aprile 2025), e non è accettabile la fretta di chiudere, per recuperare il tempo perduto, a scapito della qualità degli accordi.
Pertanto, da parte nostra vi è la totale indisponibilità a cedere sul nodo del PNRR, giudicato debole nella gestione e inefficace come parametro di merito.
La riunione si è conclusa con la richiesta condivisa di sospensione della seduta, che riprenderà giovedì 11 settembre. L’Amministrazione, tuttavia, appare sempre più ferma nel voler mantenere i criteri legati al PNRR, con l’unico appoggio convinto di ANP.