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PODCAST DIRIGENTISCUOLA – LA RETRIBUZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

PODCAST DIRIGENTISCUOLA – LA RETRIBUZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

 

 

 

Un nuovo anno scolastico è alle porte e, puntualmente, torna alla ribalta il tema – tendenzioso e male impostato – delle retribuzioni dei dirigenti scolastici italiani messe impropriamente a confronto con quelle dei docenti. Non mancano i raffronti con i colleghi europei, anche questi, come vedremo, nella migliore delle ipotesi superficiali e disinformati.

Per chiarire come stanno davvero le cose, DIRIGENTISCUOLA ha predisposto una nuova versione, sintetica ma dettagliata, del podcast divulgativo sulla realtà delle retribuzioni, con i veri confronti che andrebbero instaurati per farsi un’idea corretta della questione alla luce delle enormi responsabilità che – caso unico in Europa – gravano sulle spalle dei DS del Belpaese.

Come ben sappiamo, si tratta di profili di responsabilità penali, civili, amministrative, contabili, dirigenziali e disciplinari concentrate nell’unica persona del DS italiano, che è al contempo rappresentante legale dell’Istituzione scolastica, datore di lavoro, responsabile della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, responsabile degli acquisti e degli appalti, titolare delle relazioni sindacali, dell’organizzazione del lavoro e chi più ne ha più ne metta.

In Europa esiste un caso analogo? La risposta è un deciso no: il confronto con la realtà francese e tedesca è eloquente. Nessuno degli omologhi europei del nostro dirigente scolastico ha, seppur lontanamente, un carico e un cumulo di responsabilità analoghi. Prendiamo la Spagna: nel paese iberico il dirigente scolastico gode di un trattamento economico del tutto simile a quello italiano con responsabilità limitate praticamente al solo versante didattico. Chiaro, no?

E non è tutto: DIRIGENTISCUOLA pone l’accento anche su ciò che avviene all’interno dello stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito, mettendo a raffronto – unico confronto davvero sensato – le retribuzioni dei dirigenti amministrativi pari fascia del MIM. Qui la situazione è scandalosa (e ben nota agli addetti ai lavori, che non muovono un dito per cambiarla): se ci si limita alle sole retribuzioni di risultato, ossia alla parte variabile dello stipendio, viene fuori che mentre per un DS si aggirano sui 3mila euro all’anno, per un dirigente amministrativo, che non ha praticamente nessuna delle responsabilità di cui sopra essendo di fatto un semplice “passacarte”, possono tranquillamente superare i 20mila (sulla base di quali risultati poi?).

Quali sono allora i veri confronti da fare? Ma soprattutto, chi trae vantaggio alimentando l’invidia e l’odio di categoria? Come diceva un noto politico, a pensar male forse si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

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