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ALTRA VITTORIA DI DIRIGENTISCUOLA IN TRIBUNALE – SEZIONE LAVORO

ALTRA VITTORIA DI DIRIGENTISCUOLA IN TRIBUNALE – SEZIONE LAVORO

Altra vittoria di DIRIGENTISCUOLA in Emilia Romagna: con sentenza del 16 luglio 2025 il Giudice del Lavoro ha annullato anche la seconda sospensione a carico della dirigente Angela Alessandra Milella. Dopo l’annullamento del mese di “stop” per l’episodio di “Fuori dal Coro”, arriva anche l’azzeramento dei 15 giorni per una serie di contestazioni “a strascico”. Spese a carico dell’amministrazione. Leso il diritto alla difesa.

 

Un altro calvario finito, un’altra decisiva vittoria in giudizio di DIRIGENTISCUOLA, che si conferma l’unica associazione sindacale a tutelare davvero la categoria contro le vessazioni della “casta”.

Siamo ancora a Modena…

È accaduto di nuovo in quel di Modena, dove pochi giorni fa, come annunciato da DirigentiScuola, il Tribunale aveva annullato per mancato rispetto del criterio di proporzionalità (leggi: vessatorietà) la sospensione di un mese irrogata alla dirigente scolastica Angela Alessandra Milella, socia di DIRIGENTISCUOLA, per un episodio giunto agli “onori” delle cronache durante la nota trasmissione tv “Fuori dal Coro”. Ma non era finita del tutto, perché un secondo provvedimento, se vogliamo ancora più grottesco e persecutorio, gravava  sull’allora dirigente dell’Istituto Corni, con relativa sospensione e privazione della retribuzione per 15 giorni.

Evidente l’intento persecutorio

Stavolta la questione è, se vogliamo, ancora più emblematica di una certa modalità prevenuta e persecutoria di concepire il ruolo e la figura dei dirigenti scolastici da parte della “casta” amministrativa. Non bastava, infatti, contestare a Milella l’episodio del “gestaccio”, peraltro con una sanzione sproporzionata e prontamente azzerata dal giudice: bisognava anche rincarare la dose rimproverando alla dirigente anche una serie di condotte, molte delle quali palesemente esagerate nel (vano) intento di giustificare il nuovo addebito. A leggere bene tra le righe, qui risulta ancora più evidente l’intento vessatorio.

Contestazioni “a strascico”

La lista, ben ripercorsa in sentenza, è infatti eloquente nella sua artificiosa disorganicità: si va dall’ “aver amplificato il clamore mediatico dell’episodio” (in pratica aver rilasciato un paio di dichiarazioni ai media) a un post su Facebook (udite udite: “Questa mattina abbiamo attribuito un nome al “mare di Modena”), passando per un mancato avviso di richiesta di convocazione al presidente del Consiglio di Istituto (mah… e poi non sarebbe quest’ultimo a dover convocare l’organo?) e per altre amenità come non aver consentito agli studenti di partecipare a un progetto consortile e non aver garantito la pubblicazione di una serie di delibere del CdI. Che dire: abbiamo qui, scolpito nero su bianco, l’emblema icastico della classica “pesca a strascico”, in cui contestando di tutto di più qualcosa si troverà.

Annullata anche la seconda sospensione

E invece no, perché il vizio sta nel manico, o meglio nel metodo: con un’articolata sentenza su causa RG 1012/23 pubblicata lo scorso 16 luglio il Giudice ordinario modenese – in funzione di Giudice del Lavoro – dott. Vincenzo Conte, ha censurato anche la seconda sospensione comminata alla collega, nuovamente con addebito delle spese di giudizio a carico dell’Amministrazione. Motivo: in corso di procedimento è stato leso il diritto alla difesa, opponendo diniego ingiustificato all’accesso agli atti procedimentali da parte del difensore della dirigente scolastica.

Negato il diritto alla difesa!

Più tecnicamente: “Dal compendio documentale emerge come il procedimento disciplinare non si sia svolto nel rispetto del contraddittorio e delle guarentigie di cui all’art. 55 bis, T.U. n. 165/2001, stante il parziale diniego opposto dall’ufficio ministeriale alle istanze di accesso agli atti avanzate del procuratore attoreo”. Il tutto si è tradotto in “una significativa contrazione del diritto di difesa dell’incolpata; vulnus riverberatosi non solo in sede disciplinare ma anche nella successiva fase giudiziale”. In sostanza, forse temendo che la dirigente “incolpata” potesse apprestare un’idonea strategia difensiva, l’amministrazione ha pensato bene di stroncarla sul nascere non fornendole nemmeno – come è dovere di legge – i documenti necessari per difendersi.

Una violazione costituzionale

Si legge ancora infatti: “L’incolpata, infatti, mediante l’integrale accesso alla relazione ispettiva e ai suoi allegati, avrebbe potuto fornire elementi di prova a discolpa (per una eventuale richiesta di archiviazione), nonché valutare apposite strategie difensive e acquisire prove in ordine ai fatti principali e secondari integranti l’illecito contestato”. Una violazione costituzionale bella e buona, se esiste ancora un articolo 24 che tutela il diritto inviolabile alla difesa in ogni fase del procedimento…

Ancora spese di lite a carico dell’amministrazione: quanti soldi buttati…

Tutto ciò non poteva che condurre all’annullamento anche di questa seconda sospensione, con addebito all’amministrazione soccombente delle spese di lite (in soldoni, altri 4mila euro e rotti del contribuente che si sarebbero potuti impiegare in modo più assennato e proficuo). Una grande vittoria per DIRIGENTISCUOLA e la fine di un incubo per la collega, rappresentata e difesa dall’avv. Sergio Foscoli. Ma non si abbassa certo la nostra attenzione verso episodi del genere, purtroppo più frequenti di quanto si immagini.

Il presidente Fratta: “Questo accanimento deve finire, invito tutti a denunciare”

“E’ finito un inutile calvario durato oltre un anno, che ha esposto la dirigente Milella al pubblico ludibrio – commenta il presidente nazionale DIRIGENTISCUOLA Attilio Fratta -.  La dirigente, che non abbiamo mai smesso di supportare nemmeno durante i mesi più bui e difficili della vicenda, è stata fatta oggetto di un vero accanimento persecutorio che le ha reso impossibile svolgere serenamente il suo lavoro e le ha causato un pesante stato di perenne stress e disagio. Bene la vittoria su tutti i fronti, ma dobbiamo tenere alta l’attenzione perché purtroppo non si tratta di un caso isolato. L’atteggiamento dell’amministrazione nei confronti dei dirigenti scolastici continua ad essere ostativo anziché, come dovrebbe, di supporto e collaborazione. Gli apparati amministrativi, chiusi nelle loro inattaccabili torri d’avorio, insistono a prendersela con chi, ogni giorno, lavora in prima linea per garantire la qualità effettiva del sistema. Questa storia deve finire una volta per tutte”.

 

L’invito è pertanto quello a denunciare immediatamente episodi simili, superando la paura: DIRIGENTISCUOLA è al fianco di tutti i dirigenti scolastici, soci e non soci, per difenderli concretamente in ogni sede, e lo dimostra nei fatti giorno dopo giorno.

Ricordiamo che la rubrica “Riceviamo e volentieri pubblichiamo – per non essere mai più soli” nasce per dare voce a quei colleghi, soci e non soci, che vorranno raccontarci le loro sempre più ricorrenti vicissitudini, garantendone l’anonimato, se richiesto o se ritenuto opportuno.

Scrivete all’indirizzo maipiusolo@dirigentiscuola.org: sarete contattati per i dettagli di pubblicazione. 

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