Decorrono oggi, 26 maggio 2025, giusto otto anni dalla chiusura dei cinque giorni di manifestazione organizzata da DIRIGENTISCUOLA in Largo Giorgio Roberti a Roma, di fronte alla sede del Ministero dell’istruzione; con dirigenti scolastici di tutta l’Italia a testimoniare fisicamente il sacrosanto diritto ad essere considerati e trattati come dirigenti veri – sotto il duplice profilo economico e normativo – e non più figli di un dio minore, reclusi in un recinto domestico a contemplare la loro ineffabile, e penalizzante, specificità.
Si è trattato davvero di un evento storico, che ha indotto l’allora ministra dell’istruzione, senatrice Valeria Fedeli, a riceverci per promettere il proprio impegno – effettivamente mantenuto, e ne va sempre dato doverosamente atto – a trovare le risorse per garantire, dopo sedici anni dalla qualifica dirigenziale attribuita dalla legge ai già capi d’istituto, l’allineamento della retribuzione di posizione fissa a quanto percepito per la stessa voce dai dirigenti amministrativi e tecnici del medesimo datore di lavoro.
E sull’abbrivio del predetto evento nonché in concomitanza della crescita esponenziale della nostra Associazione sindacale, superata la caotica fase dei contratti integrativi regionali regolanti la materia, con il primo contratto integrativo nazionale 2023-2024 si è sostanzialmente colmata anche la distanza, sempre con i dirigenti amministrativi e tecnici del Ministero, riguardo la retribuzione di posizione della parte variabile.
Resta da percorrere l’ultima tappa – quella più ostica – per concludere un percorso che dura da un quarto di secolo: percepire una vera retribuzione di risultato in luogo delle mance fino a ieri corrisposte, una volta che – dal corrente anno scolastico – si è finalmente attivato il suo presupposto normativo, consistente nella valutazione anche della fin qui unica dirigenza pubblica a non essere valutata, per l’appunto quella scolastica!
Lo iato da colmare è però consistente, nell’ordine di almeno ventimila euro annui lordo dipendente pro-capite. E non pioveranno dal cielo per grazia ricevuta, dovendosi invece sollecitare il decisore politico che dovrà appostarli nella legge di bilancio.
Detto diversamente, occorrerà riprendere la marcia verso Largo Giorgio Roberti. Ma, più che triste, sarebbe controproducente se poi i generali, voltandosi, dovessero constatare che mancano le truppe a séguito.