La reiterata ignoranza della sen. Granato

La reiterata ignoranza della sen. Granato

L’ignoranza (dal latino ignorantia, a sua volta derivato dal privativo in e dal verbo greco gnorizein – conoscere -, quindi letteralmente “mancanza di conoscenza”) è la condizione che qualifica l’ignorante, ovvero colui che ignora, che non sa, ma che non se ne rende neanche conto e parla a vanvera, ossia diventa S-Granato.

Non è la prima volta che DIRIGENTISCUOLA si vede costretta a denunciare la mancanza di conoscenza e, quindi, l’ignoranza  della sen. Granato: l’ossessione della Granato; il ricorso contro i presidi; l’incurabile ossessione. 

Spesso lo ha fatto in modo anche aggressivo pensando che le sue esternazioni o attacchi ai dirigenti scolastici fossero motivati da scelte politiche o ideologiche. Dall’ultima esternazione si può  concludere che è solo ignorante, ovvero che non sa, ma non sa di non sapere, altrimenti eviterebbe  i danni che procura a se stessa (…ed entriamo nel campo della patologia!) e al suo partito.

Non ci sono altre spiegazioni. Una persona che conosce il CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca (ma anche del comparto), la composizione della retribuzione dei dirigenti e i meccanismi – assurdi – del FUN, non affermerebbe, anche in modo delirante, che:

– “i dirigenti però devono prendere la retribuzione accessoria;”

– “un emendamento della camera non concordato con noi del Senato metterebbe altri 13 mln di euro sul FUN (fondo unico nazionale), per i dirigenti scolastici;”

– “…mentre il CCNL dei docenti è fermo.”

Se, prima di parlare a vanvera, avesse letto la richiesta di incontro urgente –  e le consiglio di farlo –  che DIRIGENTISCUOLA ha inviato al Ministro Azzolina, il 5 luglio u.s., probabilmente non sarebbe scesa così in basso.

Il Presidente Fratta: “Provo a spiegarle, in modo molto schematico, ricorrendo anche ad esempi elementari, sperando che apprenda meccanismi e concetti, mi ringrazi e,  soprattutto,  chieda scusa ai dirigenti e ai colleghi di partito pubblicamente in Senato all’atto della votazione dell’emendamento approvato dalla Camera.

  • La retribuzione dei dirigenti – non solo scolastici – è composta da tre voci: tabellare, posizione parte fissa e variabile e risultato parte fissa e variabile.
  • La retribuzione di posizione e di risultato – che non sono emolumenti accessori – si finanziano con il FUN, o meglio con il fondo regionale.
  • Anche chi è dotato di logica elementare o infantile si renderebbe conto che il FUN andrebbe finanziato in funzione del numero delle istituzioni scolastiche ad ognuna delle quali è preposto un dirigente, titolare o reggente che sia.
  • Troppo facile! Coloro hanno sottoscritto i CC.NN.LL. dell’ ex AREA V – non so se per ignoranza o perché non si sono resi conto del danno alla categoria – non solo hanno accettato che il FUN venisse finanziato in base alle TESTE, ovvero al numero delle persone in servizio, ma hanno anche accettato che le reggenze venissero in gran parte pagate dal Fun, ovvero dalla categoria. Una delle tante anomalie del mondo scuola. Solo nel pianeta scuola può succedere che i lavoratori paghino lo stipendio dei colleghi… un business per il datore di lavoro!
  • Affinché la Granato si renda conto la invito a immaginare un torta da dividere tra 100 persone perché tante sono state conteggiate nel momento del “finanziamento”. Le persone, poi, diventano 150 ma la torta è sempre la stessa. Conclusione: non solo diminuisce la fetta spettante ad ognuno, ma per meccanismi di finanziamento, si chiede ai 100   di restituire parte di quanto percepito in anni precedenti.

Fuori di metafora, sen. Granato –  che farebbe bene a vestire i panni di una rappresentante del popolo sovrano e non della docente Cobas che è stata per anni e che presto tornerà a essere –  anche una persona ignorante, a pelle, si renderebbe conto che se lo scorso anno sono stati assunti oltre 2.000 dirigenti, la torta non può rimanere la stessa, deve essere più grande.

  • Aggiungo che i 2.000 entrati lo scorso anno, e anche quelli degli anni precedenti, ancora oggi non percepiscono la parte variabile della retribuzione di posizione. Ancora. L’intera categoria, per un patto scellerato tra OO.SS. e Ministero, dopo vent’anni ancora non percepisce la retribuzione di risultato al pari degli altri dirigenti di pari fascia. E’ del 7 u.s. la firma – illegittima – dell’ennesimo accordo di rinuncia della valutazione e della conseguente retribuzione di risultato.
  • In futuro le cose cambieranno perché l’ultimo CCNL lo ha firmato anche DIRIGENTISCUOLA che si è battuta per cambiare l’assurdo meccanismo: il FUN dovrà essere quantificato tenendo presente il numero delle istituzioni scolastiche e non delle “teste”, atteso che per altra scelta scellerata, ci sono anche dirigenti con “due teste”, ovvero che hanno anche una reggenza.
  • L’Amministrazione, resasi conto della gravità della situazione, ovvero dell’incapienza del FUN, per evitare che i dirigenti reagissero ma anche per un minimo senso di giustizia, ha presentato l’emendamento “scandaloso” dei 13 milioni di euro necessari per colmare l’incapienza del FUN.
  • Se la sen. Granato non fosse prevenuta e se avesse studiato il problema avrebbe elogiato i colleghi della Camera che hanno approvato l’emendamento. Se ora ha capito fa ancora in tempo a recuperare in Senato.
  • Sono stato chiaro sen. Granato? Altro che aumento di stipendio e emolumenti accessori. Il Legislatore ha solo colmato l’incapienza del FUN per evitate che la retribuzione dei dirigenti DIMINUISSE e che, addirittura, restituissero parte del loro stipendio per colmare l’incapienza del FUN.
  • Questo, Sen. Granato, è quanto già successo in passato e quanto sarebbe successo se l’emendamento non fosse stato approvato. I suoi colleghi hanno ben capito la gravità della situazione che avrebbe potuto portare anche alla  crisi di Governo …e probabilmente non sarebbe stato un male così sarebbe tornata a scuola a guadagnare lo stipendio con il sudore della fronte, crogiolandosi nell’hobby di criticare i dirigenti. Ma l’avrebbe fatto da semplice cittadina e non da parlamentare della Repubblica.
  • Ancora una considerazione inerente l’ultima affermazione: – “…mentre il CCNL dei docenti è fermo.”  E’ evidente che ignora che non esiste il CCNL dei docenti ma quello del comparto Istruzione e Ricerca che comprende tutto il personale  della scuola, dell’Università e della Ricerca. Ad essere fermi, poi, sono tutti i CC.NN.LL. sia del Comparto che dell’AREA nonostante siano scaduti il 31/12/2018. Solo nel Bel Paese i contratti si rinnovano anche dopo anni dalla scadenza. E qui la colpa, in modo che lo sappia anche la Granato, è soprattutto delle OO.SS. che non solo lo permettono ma sono i responsabili del tardivo rinvio delle contrattazioni per il rinnovo.
  • La norma, Sen. Granato, prevede che un CCNL si rinnovi tacitamente di anno in anno se “una delle parti – ARAN o OO.SS. – non lo disdice”.  Se vuole che il CCNL “dei docenti” venga rinnovato, faccia quanto in suo potere per costringere le OO.SS. a disdirlo ovvero ad abrogare l’istituto della disdetta in modo che, allorquando un CCNL scade, automaticamente va rifatto.
  • L’attuale CCNL sia di Comparto che di Area, non essendo stati disdetti – ovviamente non da DIRIGENTISCUOLA- non saranno   rinnovati a breve ovvero prima che, appunto, non ci sarà la disdetta.
  • E sa perché, Sen. Granato, le OO.SS. non lo disdicono? Provi a studiare un po’ e forse lo capirà. Se non ci riuscirà mi chiami – il mio numero ce l’ha – e glielo spiegherò.

Tanto illustrato mi permetta di darle un consiglio. Prima di aprire bocca studi l’argomento. Non può una senatrice della Repubblica parlare a vanvera  ignorando il problema, ovvero non sapendo di cosa sta parlando. I sintomi dell’ignoranza, ovvero della non conoscenza, sono gravi e rasentano la patologia.

Mi chiedo continuamente perché il suo partito non la espella visto che critica un emendamento presentato dallo stesso. Se non lo fa il partito lo faccia lei: si dimetta! Sia coerente! Visto che non condivide la linea del partito o che addirittura minaccia di dare battaglia in Senato, lo faccia dai banchi dell’ opposizione.

 

 

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